Giorgia Meloni modello per la destra mondiale. Il Washington post omaggia postura internazionale del Presidente del Consiglio

“Giorgia Meloni è un raro tipo di leader di destra: un tipo di leader che si è guadagnato la reputazione di persona con cui Washington e Bruxelles possono fare affari”.

Chi l’avrebbe mai detto? Noi, sicuramente sì. Ma se queste parole vengono messe nero su bianco da una testata autorevole, non sempre fan di Meloni, quale quella del Washington Post, assumono ben altro significato.

I riflettori internazionali si accendono di nuovo su Giorgia Meloni alla vigilia della sua visita alla Casa Bianca, il cui invito è solo “l’ultima conferma della sua credibilità internazionale”.

Il Presidente del Consiglio italiano si è conquistata un posto in quel “piccolo gruppo di leader di destra che ha l’onore di recarsi da Biden alla Casa Bianca”. Un onore che la Meloni si è guadagnata assumendo una postura internazionale invidiabile e invidiata, anche da coloro che non ne condividono gli ideali politici. Ed è grazie a questa postura che l’Italia ha saputo riprendersi quel rispetto di cui gode oggi e che rendono il nostro Paese un interlocutore privilegiato con cui confrontarsi, che grazie alla forza delle proprie idee è tornato ad essere un punto di riferimento nel panorama internazionale.

Nei suoi nove mesi di mandato, ha saputo trovare un equilibrio”, continua il Washington Post, esaltando l’abilità politica e diplomatica di quella che fino a qualche tempo fa veniva etichettata come “il più grande pericolo”, e che è invece arrivata ad essere oggi la leader più popolare d’Europa. E non solo, potremmo azzardare.         
Leader più popolare fra i cittadini, certo, ma anche e soprattutto al tavolo delle grandi istituzioni: “Il Primo Ministro britannico Rishi Sunak, ospitandola al 10 di Downing Street, questa primavera ha reso omaggio alla sua leadership sull’Ucraina e ha dichiarato che ‘i valori tra i nostri due Paesi sono molto allineati”. Allo stesso modo, “la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen – che lo scorso autunno aveva messo in guardia sulle ripercussioni per l’Italia se le cose si fossero messe male, è stata al fianco della Meloni nei viaggi in Tunisia a giugno e luglio”.

“Non si può certo dire che sia inciampata sulla scena internazionale nei suoi rapporti con l’Europa”, sottolineano da oltreoceano.   
Anzi, quello che finora la neo-premier è riuscita a fare è stato “Portare l’Europa con lei”. Non solo per quanto riguarda l’agenda migranti, ma più in generale è stata capace di fornire “un approccio che l’ha messa in una posizione in grado di plasmare e di guidare le delegazioni dell’Unione Europea”.

È diventata “un modello per la destra mondiale”. Un titolo prestigioso, che forse pochi altri prima di lei sono riusciti a garantirsi e forse nessuno a mantenere.

“Credo che la differenza fondamentale tra la Meloni, la Le Pen e altri, sia che Giorgia Meloni non rappresenta la destra quanto piuttosto l’Italia”, ha commentato sempre sul quotidiano americano l’onorevole di Fratelli d’Italia Francesco Filini, sottolineando in questo modo la strenua difesa dell’interesse nazionale portata avanti dalla leader del suo partito, aggiungendo: “Credo che l’Europa se ne sia definitivamente resa conto”.

Il modo di porsi dell’Italia, che oggi potrebbe essere accostato ad un cosiddetto ‘modello Meloni’, fa sì che l’Italia non pieghi più la testa, ma sia diventata la nave che traghetta verso di sé tutti gli altri, con autorevolezza, credibilità e serietà. Difendendo l’interesse nazionale, senza imporsi dall’alto, ma creando un dialogo tra le parti.            
“Come minimo, propone un progetto di conservatorismo europeo che si colloca entro i confini del rispetto della democrazia rappresentativa”, ha dichiarato Ferruccio De Bortoli, ex caporedattore del Corriere della Sera. È questo un progetto ambizioso, che presenta un che di innovativo e che la leader di Fdi ha tutte le carte in regola per renderlo vincente.

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