La sentenza con cui la Corte di Giustizia dell’Unione Europea mette in discussione la lista dei “Paesi sicuri” per i rimpatri è molto più di una decisione tecnica: è un attacco frontale alla sovranità dell’Italia. Altro che tutela dei diritti umani: questa è l’ennesima manovra del Deep State europeo per svuotare la volontà popolare, esautorare i governi democraticamente eletti e trasformare l’Unione in una macchina per imporre l’agenda globalista. Altro che Europa delle Nazioni: qui comandano le ONG, non i popoli.
E allora diciamolo forte e chiaro: l’UE è il Deep State. Un sistema malato, dove 22 giudici su 100 della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, nel periodo 2009–2019, avevano forti legami con Ong attive nei casi giudicati. Dodici di questi giudici erano direttamente collegati alla galassia della Open Society Foundations di George Soros. È quanto emerso da un rapporto dell’European Centre for Law and Justice pubblicato nel 2020 e confermato nel 2024. E non finisce qui.
In almeno 185 casi, queste ONG – Amnesty, Human Rights Watch, AIRE Centre e altre – sono intervenute con ruoli attivi, mentre i giudici coinvolti non si sono nemmeno astenuti nel 90% dei procedimenti, violando apertamente ogni principio di imparzialità.
Il loro progetto è chiaro: cancellare i confini, smantellare le identità nazionali, imporre una società liquida, debole, manipolabile. Una società dove non esistono più l’Italia, la sua storia, la sua cultura, la sua civiltà. Dove le élite si arricchiscono e i cittadini pagano il conto. Ma noi non ci stiamo.
Il Governo Meloni ha già dimostrato di saper cambiare le cose: disoccupazione ai minimi, occupazione ai massimi, meno sbarchi, più rimpatri. Dopo decenni l’Italia ha finalmente cominciato a correre, e questo dà fastidio a chi ci vuole deboli e dipendenti. Ecco perché cercano di sabotare le nostre politiche migratorie con sentenze che scavalcano il Parlamento e il Governo. Ma non glielo permetteremo.
Come dice Trump, “Drain the swamp”. Spurgare la fogna. In Italia lo stiamo già facendo. A Roma, con un’opera di bonifica che ha fatto tremare l’apparato. Ora è il turno di Bruxelles: perché lì la fogna è ancora più profonda, più viscida, più pericolosa.
Giorgia Meloni ha una missione storica: tenere la schiena dritta, senza cedere di un millimetro. I prossimi dieci mesi saranno cruciali: prima che entri in vigore il Patto UE su immigrazione e asilo, dobbiamo mettere in sicurezza i nostri confini, rafforzare le regole, difendere la nostra libertà di decidere chi entra e chi no, perché non vogliamo fare la fine di Francia, Germania o UK.
Questo è il momento della verità. Se Giorgia resisterà, se andrà fino in fondo, gli italiani la premieranno nelle urne con una messe di voti. Perché l’Italia è nostra, non di Soros. Non dei burocrati. Non delle Ong. E noi, la nostra Italia, la difenderemo sempre, a qualsiasi costo.