Si è svolta oggi la cerimonia al Quirinale in onore del Giorno della Memoria delle Vittime del Terrorismo, a cui hanno partecipato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
“Celebriamo sempre con grande emozione questa giornata, per far memoria della lunga scia di attentati, stragi, delitti politici che ha insanguinato la storia della nostra Repubblica e che ha trovato il suo momento di ricordo nella ricorrenza dell’assassinio di Aldo Moro, di cui ricorre oggi il 45° anniversario”, così il Presidente Mattarella in apertura del suo discorso.
Ricordando Aldo Moro si vuole anche ricordare una delle pagine più cupe della storia italiana: il corpo di Moro fu ritrovato nel bagagliaio di una Renault 4 il 9 maggio 1978 a Roma, in Via Caetani. Furono le Brigate Rosse ad ucciderlo. L’omicidio di Aldo Moro rappresenta la forma di aggressione terroristica più alta e più drammatica, ed è per questo motivo dal 2007 si è scelto di rendere questa data il Giorno della Memoria delle vittime del terrorismo.
Vittime che spesso non hanno ricevuto la giusta attenzione e la giusta riconoscenza. Infatti, ha continuato Mattarella, “si è molto parlato negli ultimi decenni dei terrorismi e dei terroristi. Della loro vita, dei loro complici, delle loro presunte ideologie, delle cause che han fatto da base alla loro scelta di lotta armata. Delle gravi deviazioni compiute da elementi dello Stato, e per le quali avvertiamo ancora l’esigenza, pressante, di conoscere la piena verità. Meno si è, invece, scritto e parlato della reazione unanime del popolo italiano. Meno dei servitori dello Stato, che hanno posto a rischio la propria vita per combattere violenza ed eversione. Meno di chi, nelle fabbriche, nelle università, nei vari luoghi di lavoro, ha opposto un no, fermo e deciso, a chi voleva ribaltare le regole democratiche. Ancor meno si è parlato del dolore, indicibile e irrecuperabile, delle famiglie a cui la lotta armata o i vili attentati hanno strappato un coniuge, un figlio, un genitore, un fratello o una sorella. Eppure sono state queste persone, non i terroristi, a fare la storia italiana”.
Coloro che hanno perso la vita a causa di attentati terroristici hanno scritto “la parte decisiva e più salda della storia”, e hanno contribuito “a costituire un patrimonio collettivo di memoria e di esempio per tutte le generazioni”. E sono questi uomini e queste donne che la Repubblica vuole ricordare oggi, perché è anche grazie a loro che “lo Stato, le forze politiche e sociali, hanno saputo reagire con coraggio e decisione alla sfida dei terrorismi. Una guerra che è stata vinta combattendo sempre sul terreno della legalità costituzionale, senza mai cedere alle sirene di chi proponeva soluzioni drastiche, da regime autoritario. Affidandosi al diritto e all’amministrazione della giustizia per proteggere la nostra comunità. Rifiutando di porsi al di fuori della natura democratica della nostra Repubblica”, ha ribadito Mattarella.
Anche il Presidente Meloni in questa occasione ha dichiarato che : “Il barbaro assassinio di Moro ferì profondamente la Nazione e ne lacerò il tessuto sociale, ma il popolo italiano seppe reagire mostrando unità e coesione. Quell’unità e quella coesione senza le quali lo Stato non avrebbe avuto la forza necessaria per combattere e sconfiggere il terrorismo e l’eversione.”
Oggi l’Italia celebra il Giorno della Memoria delle vittime del terrorismo, perché, continua Meloni, “l’impegno per non dimenticare quanto accaduto non deve mai esaurirsi, ed è preciso dovere delle Istituzioni proseguire anche sul cammino della verità per illuminare quelle pagine rimaste purtroppo ancora oscure e che attendono di essere conosciute pienamente”.
Non bisogna rassegnarsi a ricercare la verità, perché solamente attraverso di essa si potrà rendere giustizia alle vittime. Non bisogna rassegnarsi ad un mondo in cui è l’illegalità a sopraffare, ma occorre impegnarsi e combattere ogni giorno per liberare il nostro Paese da ogni tipo di violenza. È dovere e responsabilità delle istituzioni contrastare ogni forma di terrorismo che minaccia l’incolumità di ognuno di noi, affinché attraverso il lavoro di esse il nostro Paese possa vivere in un contesto di pace, sicurezza, benessere e legalità.