Giuseppe Conte ci riprova. Dopo mesi passati in un silenzio strategico, torna a parlare – o meglio, a polemizzare – scegliendo un tema che da sempre fa discutere: l’immigrazione. Sui suoi canali social e in quelli del Movimento 5 Stelle, l’ex Presidente del Consiglio ha attaccato frontalmente il Governo Meloni, accusandolo di aver fallito sulla gestione degli sbarchi. Secondo Conte, a giugno ci sarebbe stato un “preoccupante aumento del 40%” degli arrivi rispetto allo stesso mese del 2024. Un dato vero, ma decisamente parziale e manipolato.
Perché se si guarda solo alla punta dell’iceberg, si rischia di ignorare tutto il resto. L’aumento di circa 2.000 unità nel mese di giugno non può oscurare un quadro complessivo che racconta ben altro. E lo raccontano i dati ufficiali del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, rappresentati chiaramente nei grafici pubblici. (https://www.interno.gov.it/it/stampa-e-comunicazione/dati-e-statistiche/sbarchi-e-accoglienza-dei-migranti-tutti-i-dati)
Dal 1° gennaio al 30 giugno 2025, gli sbarchi sono stati 29.903. Nello stesso periodo del 2024 erano stati 26.015, quindi sì, l’aumento è reale, ma contenuto. La differenza reale? 3.888 persone. Ora però basta tornare all’anno prima, il 2023, per avere un quadro completo: in quel primo semestre furono registrati ben 65.519 sbarchi. Rispetto a due anni fa, il governo ha ottenuto una riduzione netta del 54%. E rispetto al totale annuo? Nel 2023 si sono contati 157.651 sbarchi. Nel 2024, il totale è sceso a 66.617. Fino ad ora, nel 2025, si è arrivati a quota 29.903, con un trend che – anche con le normali oscillazioni estive – mostra chiaramente un miglioramento strutturale.
Conte preferisce ignorare il contesto. Prende il mese con il dato più favorevole alla sua narrazione e lo usa come grimaldello politico. Una prassi nota, ma poco onesta.
Ancora più surreale è l’attacco rivolto ai centri in Albania, una misura introdotta dal Governo Meloni. Una misura innovativa, che ha suscitato interesse anche in altri Paesi europei. La Premier lo ha detto chiaramente: “Funzioneranno”. Il tempo darà ragione o torto, ma l’impostazione è di buon senso e strategica. Del resto, i centri in Albania rispondono a esigenze concrete:
- Sgravano i centri di accoglienza italiani, spesso al collasso.
- Avvicinano ulteriormente l’Albania all’orbita europea, in una logica di cooperazione regionale.
- Rafforzano il controllo dei flussi in un’ottica preventiva, non emergenziale.
Tutto questo Conte lo ignora. Ora che finalmente si lavora per riportare ordine, legalità e razionalità nel sistema, si tenta di confondere le acque con letture parziali e allarmistiche.
In conclusione, se davvero l’obiettivo è quello di affrontare seriamente il tema dell’immigrazione, servirebbe un confronto serio, dati alla mano. Invece, Giuseppe Conte sembra più interessato alla polemica da social che alla realtà dei numeri. I dati parlano chiaro: nel 2025 il calo è strutturale, non occasionale. Non tutto è perfetto – nessuno lo sostiene – ma il governo sta lavorando nella giusta direzione. E il tempo, come spesso accade, è galantuomo.
Forse è proprio questo che infastidisce Conte: che i cittadini inizino a riconoscere chi lavora e chi invece… “conta” solo per dividere.
Caro Michele, purtroppo abbiamo ancora a che fare con ciarlatani e mentitori seriali cone i sedicenti 5 stelle.
Di 5 stelle l’unico che si salva è un noto brandy greco, tale Metaxa, che nella migliore qualità è contrassegnato, appunto, da 5 stelle. Chi è stato in Grecia lo conosce! Ma non vorrei che gli omonimi ne avessero sorbito in eccesso…
Ma scherzi a parte, dopo il periodo della pandemia, che ha “congelato” tutti i flussi di interscambio, nel 2023 gli sbarchi furono 157mila, nel 2024 66mila.
La politica del Governo comincia a dare frutti evidenti.
La struttura in Albania costituisce un giusto deterrente. Dai centri in Italia gli immigrati illegali possono scappare e girare liberamente per l’Italia o cercare altre mete in Europa.
Quando escono dal Centro in Albania dove vanno? Da nessuna parte, quindi prima di partire per l’Italia ci pensano una volta in più.
Il timore di essere portati in Albania trattiene molti dal tentare l’avventura in Italia.
Anche il risparmio ottenuto è immenso.
Se si stima che un immigrato irregolare costi 30 euro al giorno (ma è poco) per il trattenimento in un CPI, ed a questi si aggiungono i costi sociali per sanità, pubblica sicurezza, danni ai cittadini, si arriva facilmente ad un costo annuo di 30/50.000 euro per irregolare.
Ripeto: è certamente una stima per difetto.
Il fatto che questi irregolari poi facciano da manovalanza per ogni risma di mafiosi e sfruttatori peggiora ancora le cose: in un percorso “circolare” i soldi pubblici finiscono in tasca alle mafie.
Se la deterrenza dei Centri in Albania porta a diminuire di 100.000 unità l’afflusso di irregolari, sono 3/5 miliardi di risparmi all’anno, mal contati, con buona pace del sig. Conte.
con affetto
Alessandro