Giustizia. Giordano (FdI): proposta direttiva europea non rispetta principio di sussidiarietà, argomentazioni Ue generiche

“Ritengo la proposta di direttiva europea contro la corruzione in contrasto con il principio di sussidiarietà e di proporzionalità. Per questo motivo la Commissione Affari Europei, facendo proprio il parere motivato redatto a valle di numerose e qualificate audizioni, ha chiesto che sia maggiormente approfondita. Segnalo che altrettanto è successo in Svezia, che ha eccepito il mancato rispetto della sussidiarietà in quanto una delle previsioni della proposta di normativa prevede l’incandidabilità dell’incriminato per fattispecie corruttiva, andando quindi a incidere sul potere degli ordinamenti di definire il proprio processo democratico. L’Ue può infatti emanare la propria giurisdizione solo nel momento in cui gli Stati membri, con la propria, non possono perseguire efficacemente gli obiettivi prefissati. In questo caso invece Bruxelles pone a giustificazione della proposta la tutela di interessi descritti genericamente, ovvero che i delitti di corruzione rappresentano una grave minaccia per la ‘democrazia’, la ‘stabilità e la sicurezza della società’, così come per lo ‘Stato di diritto’, prevedendo degli interventi ad alta pervasività, senza fornire in alcun modo una valutazione degli impatti sugli ordinamenti nazionali”. È quanto dichiara Antonio Giordano, deputato di Fratelli d’Italia, componente della Commissione Politiche dell’Ue alla Camera e relatore del parere motivato alla proposta di direttiva Ue contro la corruzione.
“In generale non vi è chiara correlazione tra gli obiettivi della direttiva e la capacità di raggiungerli. Peraltro l’Italia ha già aderito alla Procura Europea (cd EPPO) e si è dotata di una Autorità indipendente Anticorruzione, l’Anac, dimostrando di essere particolarmente sensibile al tema ed avanzata negli strumenti. La proposta di Direttiva prevederebbe peraltro alcuni allungamenti significativi di termini di prescrizione, con ricaduta sulla lunghezza dei tempi della giustizia, elemento in contraddizione con le politiche dell’UE di efficientamento della giustizia. La proposta di Bruxelles incide profondamente su normative penali e procedurali che ovviamente riflettono la specificità dei sistemi e delle culture giuridiche, nonché dell’ordinamento costituzionale e delle Pubbliche amministrazioni di ciascuno Stato membro”, conclude.

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