“Sul tema della separazione delle carriere ci tengo ad evidenziare come la destra italiana mai si è posta in contrasto con la magistratura e, anzi, fu proprio la destra in Parlamento, nel maggio 1992, a proporre Paolo Borsellino come Presidente della Repubblica. La separazione delle carriere fa parte dell’agenda di Governo e, nella forma e nella sostanza, rappresenta il doveroso completamento di quanto già dettato dall’art 111 della Costituzione: una riforma costituzionale iniziata con il tema del giusto processo nel 1999, che non fa altro che cristallizzare il principio della parità delle armi perché i giudici non siano solo imparziali, ma anche apparire imparziali. La separazione delle carriere è necessaria oggi in Italia, così come il sorteggio quale strumento di concreta trasparenza, quella stessa trasparenza invocata più volte da qualcuno, che però predica bene e razzola male. Se è vero che l’on. Cafiero De Raho ha, forse scompostamente, enunciato in Aula che la sua nomina al vertice della Direzione Nazionale Antimafia avvenne all’unanimità, fu proprio quello stesso Csm e la logica correntizia che alberga in una parte della magistratura a bocciare, nel 1988, la figura di Giovanni Falcone come capo dell’ufficio istruzione a Palermo e questo è un dato di fatto”.
Lo fa sapere in una nota il deputato di Fratelli d’Italia Giandonato La Salandra, componente della Commissione Giustizia, intervenuto in dichiarazione di voto sul provvedimento.