È stato depositato ieri l’emendamento per l’esenzione dell’Irpef agraria che sarà inserito nel decreto Milleproroghe. La notizia su una possibile rimodulazione della misura non prevista nell’ultima legge di Bilancio era invero arrivata già da qualche giorno, anche prima del tavolo di confronto tra gli organizzatori delle proteste ed esponenti del governo tenutosi la settimana scorsa. “Un incontro – ha spiegato il presidente del Consiglio Giorgia Meloni – nel quale ho recepito le proposte delle organizzazioni e al quale ho presentato i tanti risultati ottenuti dal nostro Governo in Italia in favore del mondo agricolo. Il nostro impegno – ha continuato – adesso sarà ancora più forte in Europa dove chiederemo che l’agricoltura venga rimessa al centro del dibattito”. La proroga dell’esenzione Irpef, dunque, è una ulteriore prova del sostegno del centrodestra al mondo agrario, dopo le battaglie combattute in Europa su più fronti, dai pesticidi alla carne sintetica.
Entrando nel dettaglio della misura, l’esenzione Irpef prevedeva inizialmente che tutti gli agricoltori avessero accesso all’esonero al 100%, indipendentemente dal loro reddito: questo aveva provocato indubbiamente profondi squilibri tra piccoli agricoltori, per i quali l’esenzione corrispondeva a un centinaio di euro all’anno, e grandi imprenditori, soprattutto nel confronto con i lavoratori di altri settori. L’esenzione proposta dal governo Meloni invece, così come prevista nel decreto Milleproroghe, durerà due anni e sarà al 100%, come già annunciato, per i redditi agricoli fino a 10 mila euro. Una novità, tuttavia, è prevista per i redditi tra i 10 e i 15 mila euro, ai quali sarà riservata un esonero del 50% dell’Irpef. Secondo Meloni, il nuovo provvedimento “garantisce un intervento progressivo che esenta maggiormente gli agricoltori che si trovano più in difficoltà ed esclude dal beneficio coloro che oggettivamente non ne hanno bisogno, ai quali invece negli anni passati è stato concesso, creando una disparità di trattamento rispetto ad altri italiani nelle loro stesse condizioni”.
Voci contrastanti arrivano dalle opposizioni. Bonelli, leader dei Verdi, ha dichiarato oggi a La Repubblica che “la valutazione sta a loro, ma a togliere l’esenzione era stato il ministro Giorgetti, nel silenzio complice del ministro Lollobrigida”. In particolare, la sinistra ricorda che alcuni emendamenti di proroga all’esenzione era stati proposti dall’opposizione durante i lavori per l’ultima legge di Bilancio e respinti dalla maggioranza, senza però considerare che quegli emendamenti non solo riproponevano la stessa disparità di trattamento tra agricoltori di cui sopra, ma non prevedevano una copertura finanziaria. Ora, dopo il lavoro del Ministero dell’Economia per reperire i fondi necessari, il governo Meloni, ascoltate le istanze degli agricoltori, ha proposto una misura migliorativa della precedente, allungandola di altri due anni e riservandola a chi realmente ne ha necessità. Ora, il grosso del lavoro dovrà svolgersi in Europa, dalla quale derivano tutti i motivi delle proteste: un crocevia fondamentale per il mondo agricolo sarà sicuramente l’avviarsi alle prossime elezioni comunitarie, con una probabile ascesa della destra che comporterà maggior tutela al comparto.