Governo Meloni stabile e duraturo, ma per il futuro serve il premierato

Ieri è stato il giorno in cui il Governo Meloni è entrato a fare parte della lista dei primi cinque governi più duraturi della Storia della Repubblica. Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha voluto evidenziare il raggiungimento di questa tappa con un videomessaggio diffuso sui social. In 79 anni di Storia repubblicana, ha ricordato la premier, l’Italia ha avuto ben 68 governi e l’attuale si trova al quinto posto per durata. La premier Meloni sottolinea che dopo due anni e mezzo l’esecutivo da lei presieduto abbia ancora il consenso della maggioranza dei cittadini, cosa non scontata, e che la compagine governativa sia coesa, cosa forse ancora meno scontata. La numero uno di Palazzo Chigi ha citato il premierato, che intanto procede in Parlamento. Si tratta di una riforma che Giorgia Meloni considera fondamentale per l’Italia perché fa due cose essenziali: restituisce ai cittadini il pieno potere di scegliere da chi vogliono essere governati e garantisce che chi viene scelto abbia il tempo necessario per realizzare il mandato che ha ricevuto. Così sarà possibile dare continuità alle strategie di lungo periodo e costruire un’Italia più forte, più autorevole, più competitiva. Non è una riforma, prosegue la premier, che viene fatta per questo Governo, bensì per i governi che verranno.

Perché un’Italia più solida ha bisogno di Istituzioni stabili e di governi che possano lavorare con il tempo e la forza necessari a dare risposte concrete alla Nazione. Questo è il governo della stabilità e della governabilità perché, oltre a durare, agisce e compie il massimo sforzo per l’Italia, e il consenso elettorale immutato e anche accresciuto negli ultimi due anni e mezzo dimostra come la maggioranza degli italiani comprenda il lavoro e l’impegno fin qui messi in campo dal Governo Meloni. Si può essere stabili con una stabilità che diventa immobilismo, ovvero, si cerca di fare poco e di non governare di fatto proprio per cercare di durare ed evitare eventuali scontri con alleati, apparati dello Stato e potentati, ma non è questo il caso del Governo Meloni, che cerca di fare tutto quanto è possibile in base alle varie congiunture annuali e gli elettori capiscono ed apprezzano. Nonostante le varie gufate della sinistra, la quale non smette di sperare in rotture, politiche e anche personali, fra la premier Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani, tutti gli attori della maggioranza stanno dimostrando senso di responsabilità e dello Stato. Vi sono naturalmente approcci e sensibilità diverse tra Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, altrimenti avremmo il partito unico del centrodestra, ma la serietà di tutti impedisce di arrivare a quelle cadute insanabili sognate dal Partito Democratico e dai suoi vassalli.

La formula politica del centrodestra trainato da Giorgia Meloni e da Fratelli d’Italia ha vinto le Politiche del 2022 e sta funzionando tuttora molto bene, al di là della realtà di un’architettura istituzionale di stampo parlamentare che deve essere rinnovata, ma in futuro può non esserci un’altra Giorgia Meloni e una coalizione conservatrice compatta e magari possono rispuntare i guastatori seriali alla Matteo Renzi, i casinisti e gli intrallazzatori di governi tecnici e maggioranze innaturali. Perciò, serve il premierato, ricordato e rilanciato dalla premier nel suo videomessaggio, ossia, un ordinamento istituzionale e costituzionale che permetta ai governi di durare, di fare e di essere liberi da ricatti.

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Roberto Penna
Roberto Penna
Roberto Penna nasce a Bra, Cn, il 13 gennaio 1975. Vive e lavora tuttora in Piemonte. Per passione ama analizzare i fatti di politica nazionale e internazionale da un punto di vista conservatore.

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