“Giuseppe Conte, l’ex presidente del Consiglio che ha cambiato alleanze con la stessa disinvoltura con cui si cambiano le cravatte, oggi si propone come giudice dell’operato del governo Meloni. Ma la realtà è ben diversa da quella che racconta. Sul fronte dell’immigrazione, il governo ha stretto accordi con Tunisia e Albania, rafforzato i controlli e difeso i confini. Eppure, una parte della magistratura continua a ostacolare questi sforzi con sentenze ideologiche che vanificano l’azione contro l’immigrazione illegale. Non si tratta di un fallimento, ma di una resistenza istituzionale che il governo affronta con determinazione. In materia fiscale, nonostante l’elevata pressione ereditata dai governi precedenti, l’esecutivo sta lavorando per alleggerirla. Il Superbonus e altri incentivi mal gestiti hanno lasciato un buco nei conti pubblici e una scia di truffe miliardarie. Eppure, lo spread è ai minimi da quindici anni, il deficit è stato ridotto dal 8,1% al 3,4% e le entrate fiscali crescono grazie all’aumento dell’occupazione. Sono risultati concreti, frutto di scelte responsabili. Per quanto riguarda il potere d’acquisto, il governo ha adottato misure fiscali e incentivi mirati, evitando slogan vuoti. Le voci sugli aumenti agli stipendi dei ministri sono infondate: chi le diffonde dovrebbe leggere i bilanci prima di parlare. Sul tema delle pensioni, l’aumento delle minime rappresenta un primo passo in un sistema che deve restare sostenibile. A differenza di chi ha governato in passato, l’attuale esecutivo non distribuisce risorse inesistenti né scarica il peso sulle generazioni future. In ambito sanitario, il governo ha aumentato i fondi al Servizio Sanitario Nazionale e avviato nuove assunzioni. I problemi delle liste d’attesa sono il risultato di anni di tagli, compresi quelli del governo Conte, che nel 2019 ha ridotto di 600 milioni il budget sanitario. Oggi si lavora per ricostruire ciò che altri hanno smantellato. Sul fronte industriale, in un contesto globale di crisi produttiva, il governo ha varato il Piano Transizione 5.0, difeso le filiere strategiche e rilanciato l’industria nazionale. Conte, al contrario, ha chiuso interi settori con lockdown improvvisati e privi di tutele. Mentre Giorgia Meloni lavora, Conte si dedica ai post su Facebook. Parla di ‘interviste senza domande’, dimenticando i suoi monologhi in diretta durante il Covid. Accusa il presidente del Consiglio di piagnucolare, ma è proprio Meloni ad aver avuto il coraggio di denunciare pubblicamente l’ostilità di una parte della magistratura, che tenta di ostacolare l’azione del governo con logiche ideologiche. Conte, invece, non ha mai affrontato il tema della giustizia politicizzata, preferendo il silenzio. È evidente che il quadro generale sia complesso e che non tutto sia risolto. Ma pensare che l’alternativa sia un governo composto da Schlein, Conte, Bonelli e Fratoianni basta da solo a provocare un brivido lungo la schiena. Un cocktail di ideologia, immobilismo e incoerenza che l’Italia non può permettersi. Giorgia Meloni è il presidente del Consiglio. E non ha tempo per le lamentele da social: ha un Paese da guidare”.
Lo dichiara il vice responsabile nazionale del Dipartimento Imprese e mondi produttivi di Fratelli d’Italia, Lino Ricchiuti.