Grazie all’Italia la Ue cambia passo sull’agricoltura. Ma c’è ancora tanto da fare

Esprime soddisfazione Giorgia Meloni e il governo italiano per aver ridato centralità, all’interno del Consiglio europeo, al tema dell’agricoltura. Un percorso iniziato già alcuni mesi fa dopo il dialogo tra l’esecutivo e le associazioni di categoria e concretizzatosi, ad esempio, in un documento strategico presentato dall’Italia all’interno dell’Agrifish, il Consiglio dei Ministri dell’agricoltura, lo scorso 26 febbraio.

Anche in Europa, dunque, sotto la spinta italiana, si registra un buon cambio di passo sull’agricoltura, che supera la visione ideologica degli ultimi anni. “C’è molta soddisfazione da parte italiana per lo svolgimento di questo Consiglio europeo” ha detto il presidente del Consiglio Giorgia Meloni al termine del Consiglio, che ha impegnato i primi ministri e i Capi di Stato dei 27 Stati membri, tra il 21 e il 22 marzo. Reddito adeguato, revisione della Pac, sostegno alle filiere, ridurre gli oneri amministrativi, semplificazioni, lotta alla concorrenza sleale: sono questi alcuni tra i temi trattati nel Consiglio e che Stati membri e Commissione europea si impegneranno ad affrontare. “Per noi – ha aggiunto Meloni – la partita importante era che ci fosse, nelle conclusioni del Consiglio, anche un riferimento alla proroga degli aiuti di Stato in campo agricolo e questo riferimento era una delle principali rivendicazioni che venivano poste anche dalle associazioni di categoria che abbiamo incontrato qualche settimana fa. Lo considero – ha spiegato – un importantissimo passo in avanti e nel prossimo Consiglio europeo la Commissione europea dovrà fare il sue ulteriori iniziative, ulteriori forme di sostegno per il comparto agricolo che oggi è in estrema difficoltà in tutta Europa”. Quanto emerge dalle parole di Meloni è effettivamente un cambiamento radicale dell’atteggiamento comunitario verso l’agricoltura, che sempre più, sotto la spinta italiana, ha assunto valore e ha costretto a una riformulazione delle derive ideologiche della sinistra attuate negli ultimi anni: “Oggi – ha detto Meloni – l’approccio è molto meno ideologico e vediamo un’Europa che piano piano torna indietro su tutte le battaglie che ha fatto in questi anni, per esempio sulla capacità di conciliare la sostenibilità ecologica con la sostenibilità economica e sociale”. Ma l’impegno italiano non si fermerà qui: “Io – ha spiegato infine Meloni – vorrei un’Europa molto meno ideologica, un’Europa capace di difendere i propri confini, vorrei un’Europa capace di lavorare sulle sue catene di approvvigionamento. Tutte cose che negli ultimi mesi si stanno un po’ raddrizzando, ma nei primi anni – ha concluso – non sono andate benissimo”.

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