Green pass globale, il fermo no del governo Meloni alla proposta di Ue e OMS

Nessun green pass globale. O meglio, il green pass globale ci sarà, ma l’Italia ha deciso di non aderire. Lo ha annunciato chiaramente il ministro della Salute Schillaci, riportando la categoricità del no del governo all’iniziativa: “Ritengo utile precisare – ha detto il ministro – che il Governo non ha alcuna intenzione di aderire al cosiddetto ‘green pass globale’ dell’OMS”. Il riferimento del ministro è dunque al nuovo documento elettronico nato dall’accordo tra l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Unione Europea, per il quale è stata prevista una adesione volontaria per gli Stati membri. L’intenzione di creare un meccanismo del genere era nato durante il periodo pandemico, già nel 2020 quando l’OMS tentò di assicurare trattamenti sanitari anche attraverso l’uso della telemedicina, tecniche di cura a distanza: così nel luglio scorso l’OMS ha adottato la certificazione Ue per creare un sistema che “contribuirà a proteggere i cittadini di tutto il mondo dalle minacce sanitarie attuali e future, comprese le pandemie”. Si tratterebbe, in pratica, di un libretto sanitario riconosciuto a livello globale per verificare l’avvenuta vaccinazione contro alcune malattie richiesta per l’accesso in diversi Stati. In questo modo sarà possibile creare una banca dati utile a conservare i dati dei cittadini al fine di sviluppare nuove cure, magari anche mediante l’uso dell’intelligenza artificiale. Un quadro molto complesso su cui il governo Meloni ha scelto coscienziosamente di frenare, in difesa dei cittadini soprattutto su possibili riscontri in fatto di privacy e di utilizzo dei loro dati conservati nelle banche dati digitali che andrebbero a crearsi. “In sede di conversione del decreto-legge – ha detto ancora Schillaci – verrà presentato un emendamento per riformulare il testo e ricondurre la norma agli obiettivi PNRR in tema di salute, a partire dalla piena operatività del fascicolo sanitario elettronico”. L’obiettivo dunque è procedere con cautela, sondare il terreno, riformulare la proposta e attendere maggiori informazioni, con la ferma quanto chiara volontà di lasciar ferma la difesa della privacy dei cittadini italiani, evitando di rilasciare dati personali il cui utilizzo è ancora troppo incerto.

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