Grillo contro Conte: M5S sempre più debole e dilaniato dalle faide interne

Sono pronti a tornare alla casa del padre, anche se in questo caso non furono loro a lasciarla, ma vennero cacciati, a colpi di “massimo due mandati”. È la storia tragicomica di un comico che ha perso la leadership del suo partito e che vuole riconquistarla, a tutti costi, anche mancando di ottemperanza verso i vincoli da lui stesso imposti all’inizio della storia. E non sarebbe d’altronde la prima volta, dal momento che i grillini in soli cinque anni, da partito anti-casta, sono arrivati a governare con tutti i partiti rappresentati in Parlamento (tranne Fratelli d’Italia, che ha scelto di restare fuori da certi meccanismi).

Conte è scomparso

Si parla, ovviamente, del Movimento Cinque Stelle e di quel Beppe Grillo sempre più debole all’interno del suo stesso partito, risucchiato da un Giuseppe Conte che ha saputo fidelizzare i nuovi subentranti. Non che l’avvocato di Volturara Appula se la passi meglio: il due volte Presidente del Consiglio ha subito pesantemente il colpo della sconfitta alle elezioni europee. Il Movimento Cinque Stelle non ha neppure raggiunto il 10%, fermo a un beffardo 9,99% che somiglia più al prezzo di un prodotto da discount. Un segno premonitore del fatto che l’auto-dichiarato partito dell’onestà sia in svendita e alla ricerca di un nuovo leader? Può essere, specialmente dal momento che è ormai un mesetto che l’avvocato non si fa sentire. Rapidi accenni all’attualità ma niente di eclatante. Non al suo solito, almeno, avendoci abituati a ben più pompose maniere di esprimersi e far parlare di sé. Ad esempio, mediante la ricostruzione ad arte di una conversazione mai avvenuta tra lui e la premier, non esplicitando che quella conversazione era appunto falsa. O mediante uno spettacolo, come chiusura della campagna elettorale per le europee, in cui su un palco con grafiche e immagini si divertiva nei panni del mental coach. O dello stand-up comedian, fate voi. Ecco, quel Giuseppi è sparito e ha lasciato spazio alla parte austera di sé. Non si fa sentire da un po’ se non sui temi di maggiore rilevanza. Ha aperto alla possibilità di dimettersi dopo la debacle elettorale. Una dichiarazione strategica più che veramente sentita. Si sente veramente colpevole di aver fatto calare i consensi del Movimento dal 30% del 2018, al 16% del 2022 fino al 10% del 2024?

Politicamente alla frutta

Non si sa quanto si senta responsabile, ma è certo che, seppur siano rimasti in pochi a votare per i Cinque Stelle, all’interno del partito Conte gode di un certo appeal, soprattutto tra i nuovi arrivati, grati nei confronti dell’ex premier di essere stati scelti per accedere a quelle poltrone dalle quali specialmente gli anti-casta fanno fatica a schiodarsi. È con sommo rammarico, infatti, che alla fine della scorsa legislatura abbiamo salutato alcuni volti a causa del vincolo dei due mandati. Personaggi come Fico, Toninelli, Crimi, che ora siedono sui divani di casa, e non più sulle poltrone di Chigi, Montecitorio o Madama. Eppure, gli anti-casta continuano ad anelare quel comodo posto a sedere al Parlamento, malgrado sia contrario ai principi stessi del Movimento. Ciononostante, pare che Grillo sia pronto a riportare in vita tutti quei personaggi che facevano capo a lui e che però ora, allo stato attuale delle cose, contano come il due di coppe, politicamente parlando. Eppure gli farebbero comodo, perché aver eliminato i suoi fedelissimi con le sue stesse mani non ha portato a buoni risultati: piuttosto, si è rinforzato Conte che, guardando al futuro, ha ancora a disposizione una legislatura, come pure altri suoi uomini. Il rischio, dunque, è che Grillo sia sempre più isolato. Insomma, tra un Conte che ha ridotto all’osso i consensi dei pentastellati e un Grillo che si sta uccidendo con le sue stesse mani, il Movimento Cinque Stelle crolla e, dilaniato dalle faide interne, non riesce più a proporre una linea politica da seguire.

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La Redazione de La Voce del Patriota

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