Lei si chiamava Saskia Jones, 23 anni, di Stratford-upon-Avon, la città che diede i natali a Shakespeare. Lui era Jack Merritt, 25 anni, di Cottenham, nel Cambridgeshire. Giovani, di bell’aspetto, brillanti laureati. Città diverse, amicizie diverse, diverse passioni forse, ma lo stesso drammatico destino in comune: incrociare su loro cammino Usman Khan, 28 anni, nel pieno della frenesia omicida di questo seguace dell’Islam e della sharia, che vedeva in chiunque non la pensasse come lui solo un infedele da ammazzare.
Ironia della sorte, il giorno della tragedia Saskia e Jack avevano partecipato a una conferenza dove si discuteva della riabilitazioni di ex galeotti dopo che avessero scontato la loro pena, e del reinserimento nel tessuto sociali di chi pur avendo sbagliato ha diritto a una seconda occasione dopo aver scontato la giusta pena per la prima. Un tema di giustizia sociale questo, che appassionava sia Saskia che Jack, entrambi volontari in associazioni di aiuto ai disadattati, lui addirittura come coordinatore di una di esse. Oggi, riguardo al loro grande impegno che li ha fatti trovare nel posto sbagliato nel momento sbagliato, le famiglie provano grande amarezza, ma non vogliono che ci siano strumentalizzazioni in proposito, anche se non è facile.
Usman Khan la mattina dell’orrore, era in licenza premio dal carcere, e indossava un dispositivo elettronico di monitoraggio capace di stabilire sempre la sua posizione. Lo scopo dichiarato della sua gita a Londa era proprio la conferenza organizzata dall’Università di Cambridge presso la Fishmongers ‘Hall, dalle parti proprio del London Bridge. A ben vedere un posto adatto dove scatenare la sua rabbia e il suo odio.
Alla fine, Khan è stato ucciso a colpi di arma da fuoco da un poliziotto, ma prima era stato fronteggiato da alcuni passanti e da una persona che assisteva alla conferenza e che per tentare di disarmarlo ha afferrato una zanna di narvalo esposta nella sala. L’attacco del terrorista islamico ha lasciato in terra ferite altre tre persone, una delle quali è un membro dello staff, ha detto il vice-cancelliere dell’università Stephen Toope. Oggi una delle persone ferite nell’attentato è stata autorizzata a tornare a casa, mentre le altre due rimangono in ospedale.
In mattinata è arrivato anche un commento della famiglia di Saskia Jones che ha ricordato così la ragazza: “Saskia è stata una bambina prima e una giovane donna poi divertente, gentile e positiva al centro della vita di molte altre persone. ‘Aveva un meraviglioso senso dell’ironia e adorava gli scherzi, anche quelli birichini. Generosa al punto di voler aiutare sempre tutti, era assolutamente incapace a vedere negli altri il male o anche i semplici difetti. Sapeva vedere solo il bene. ‘Era intenzionata a vivere la vita al massimo e aveva una sete meravigliosa di conoscenza,. Voleva crescere e migliorare se stessa più che poteva. Sappiamo che ci sarebbe riuscita se solo la sua giovane vita non fosse stata spezzata in un modo tanto orribile.”
“Il suo grande amore per il prossimo, ha fatto nascere in Saskia una profonda passione : voler fornire un sostegno tangibile alle vittime dell’ingiustizia criminale, il che l’ha portata al punto di candidarsi di recente per il programma di reclutamento dei laureati della polizia, desiderando specializzarsi proprio nel supporto alle vittime. ‘Questo è un momento estremamente doloroso per la famiglia. Saskia lascerà un vuoto enorme nella nostra vita e vorremmo che la nostra privacy fosse pienamente rispettata.”
Saskia Jones era una cadetta durante il suo periodo a Cambridge e lavorava anche come personal trainer. Si è descritta sulla sua pagina LinkedIn come: ‘Appassionata di persone, istruzione e ispirazione per gli altri’.