Haiti piomba nel caos: omicidi, barricate ed irruzioni nelle carceri

Haiti, uno degli stati più poveri della superficie terrestre, è piombata nel caos in seguito ai blitz di alcune gang armate all’interno di due carceri e dalle rivolte che hanno visto pneumatici in fiamme per le strade, oltre a cadaveri sparsi per le vie, dovuti agli ultimi tragici eventi.

I criminali haitiani hanno preso di mira anche le centrali di polizia, l’aeroporto internazionale ed il Penitenziario centrale; Jerry Cherizier, capo di queste rappresaglie, ha affermato in un messaggio che la popolazione non è l’obiettivo di queste azioni e di voler ribaltare di fatto il governo, chiedendo l’arresto, da parte degli organi di polizia, del Premier Ariel Henry.

Nella prigione centrale sono stati ritrovati i corpi di molti detenuti, mentre la maggioranza di loro è fuggita in seguito alle irruzioni perpetrate dai banditi haitiani.

Il governo ha imposto un coprifuoco dalle ore 18 alle ore 5 del mattino nella zona dell’Ouest, comprendendo la capitale Portu Prince; Le compagnie di volo internazionali, invece, hanno deciso di cancellare le partenze in seguito agli avvenimenti.

Il Dipartimento di stato degli USA, nel frattempo, ha raccomandato ai cittadini americani di lasciare il paese con immediatezza.

Un altro scenario infernale in uno stato colpito dalla mancanza delle risorse e dalle grandi difficoltà nello sviluppo in molti ambiti: sebbene i messagi del capo-cosca Cherizier vogliano trasparire rassicuranti, i risultati delle azioni condotte dalle gang haitiane dimostrano totalmente il contrario.

Ariel Henry nel frattempo, è volato in Kenya per chiedere il sostegno delle Nazioni Unite al fine di ristabilire l’ordine interno del paese: il tempo corre e prima ancora che lo stato haitiano rischi di ritrovarsi in una dittatura sanguinosa delle bande armate, sarà necessario un impegno tempestivo dell’ONU per risolvere una questione di simile portata.

Il rischio è che, oltre all’escalation, le bande armate reclutino dei civili all’interno dei loro gruppi, mandandoli allo sbaraglio contro le forze statali, per raggiungere i propri scopi, fornendo loro promesse irrealizzabili e falsi sogni di gloria: sfruttando la povertà, la paura e la disperazione popolare.

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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