Hiroshima. Pellegrino (FdI): hibakujumoku seme di responsabilità condivisa

“Oggi ho avuto l’onore di visitare i Giardini di Confucio, un luogo di armonia e meditazione, custode di un messaggio di pace universale, dove ho potuto ammirare il cachi discendente di quello che sopravvisse miracolosamente all’esplosione nucleare di Nagasaki nel 1945. Gli hibakujumoku per i giapponesi sono gli alberi che, in maniera straordinaria, pur vivendo nell’epicentro dove colpì la bomba, continuarono a fiorire e generare nuova vita e sono portatori di una lezione silenziosa di resilienza e di speranza, un monito per l’umanità e un invito a riflettere sul valore della pace. L’idea di piantarli, prima in Giappone e poi in tutto il mondo, venne all’artista giapponese Tatsuo Miyajima perché divenissero un monito contro la follia del nucleare usato come arma di devastazione e di distruzione di massa. Essere accanto a questo cachi significa sentire la voce della memoria e del futuro insieme: il ricordo delle vittime, il dolore della guerra, ma anche la forza della natura e la possibilità di rinascere. La visita di oggi vuole rafforzare l’impegno a promuovere una cultura della pace e del dialogo tra i popoli, perché il ricordo non sia mai sterile, ma un seme di responsabilità condivisa.  Gli hibakujumoku ci insegnano che, persino dopo la distruzione più radicale, la vita può ancora trionfare. Ma anche che, come disse Albert Einstein, “il problema oggi non è l’energia nucleare, ma il cuore dell’uomo”.

Lo scrive in una nota la senatrice Cinzia Pellegrino, capogruppo per Fratelli d’Italia in Commissione straordinaria per i Diritti Umani.

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