I 5 stelle e il potere della poltrona. Salta limite due mandati.

Davvero incredibile non è che il Movimento 5stelle sia crollato alle regionali in Molise e in Sardegna ma che, nonostante tutto, ci sia ancora una cospicua fetta di italiani che si ostini a votarlo.

Possibile davvero che l’elettorato a 5stelle sia composto da tutta gente che non si informa, non sa, non conosce, non capisce oppure, ammesso che si informi, sappia, conosca e capisca, se ne frega di tutto e li vota comunque? Perché? Si è detto per parecchio tempo perché c’era o c’è una tale voglia di cambiamento e allora si vota il Movimento, che è una novità. Non solo, che non è soggetto politico.

Ammesso e non concesso che tutto ciò sia stato vero, ormai è superato. Tanto per dire, quelli del Movimento erano diversi perché “non politici di professione” e avevano il tetto di due mandati e non facevano nessuna alleanza con gli altri. Invece, ora salta il tetto dei mandati per ora solo per i consiglieri comunali, ma il tabù è rotto – e per non sapere né leggere né scrivere, Di Maio stesso presto potrebbe godere di un terzo incarico  – e ci sono state ampie aperture per alleanza con le liste civiche. Inoltre, i 5 stelle sono al governo del Paese, e alla guida di tante realtà italiane, comprese due grandi città, come Roma e Torino.  Piaccia o meno, questo fa di loro politici a tutti gli effetti e assolutamente gente non più nuova alla res publica. Perciò sarebbe ora di cominciare a giudicarli nel merito, come si fa per tutti gli altri, da Renzi a Berlusconi.

Che hanno combinato di buono i 5stelle lì dove hanno avuto modo di operare? Ecco, di buono si può rispondere tranquillamente niente e ci conforta Beppe Grillo che rivolto ai suoi dice: “Non siamo all’altezza”. Vero, non lo sono, e se avete dubbi, fatevi un giro  per il centro di Roma, salite sugli autobus che bruciano nelle strade nemmeno si fosse a Baghdad in pieno conflitto, provate a chiedere un certificato anagrafico li dove fino a qualche tempo fa, senza che fossero intervenuti i potenti mezzi dell’informatica occorreva un mesetto, adesso ne occorrono 3 se va bene,  6 se si è moderatamente sfigati. E se l’esempio locale non vi piace, guardiamo il piano generale, con una bella occhiata al governo.

Così scopriamo che l’unico problema vero della pattuglia pentastellata è quella di non fare brutta figura rispetto a Salvini, l’altro attore a palazzo Chigi. Tutto purché non si dica che il governo è a trazione leghista e quindi via a giocare quelle carte messe sul piatto in campagna elettorale, quando tutti sono capaci di grandi promesse che già si sa che non onoreranno. Ecco, i 5stelle non sono così. Loro quando in campagna elettorale facevano promesse fantasmagoriche, il problema se avessero poi potuto onorarle o meno, non se lo sono proprio posto. E così adesso basta invitarli  per fare in modo che si presentino in TV o sui giornali a sproloquiare in tema di “centri per l’impiego”, buchi neri dell’amministrazione statale da sempre, e pretendere di essere creduti quando annunciano che in due, massimo tre mesi questi inutili carrozzoni diverranno moderni strumenti per chi cerca lavoro. In più ecco arrivare la figura del “navigator”, che già detto all’inglese fa ridere. Codesto soggetto dovrebbe essere quello che in concerto coi già nominati centri per l’impiego troverà lavoro da chi non ci riesce da sempre. E il tutto sotto al cappello magico del reddito di cittadinanza, che al confronto il cappello parlante di Harry Potter a Hogwarts  sembra utile come una cuffia da bagno nel Sahara.  Navigator, dunque, e centri per l’impiego,  per mettere in contatto domanda di lavoro con l’offerta. Perché l’offerta c’è eccome, sempre secondo DiMaio &co. Ma se è vero, perché questo alone di mistero? Ditelo subito, a che serve questo reddito di cittadinanza in mezzo?

E la Tav, alta velocità Toriono-Lione  poi, la fanno o non la fanno? E il gasdotto pugliese, Tao, lo faranno?  E il mega-radar gestito dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti in costruzione nella riserva naturale della Sughereta di Niscem?Mistero. Rischiamo di pagare penali salatissime, di rimanere senza infrastrutture moderne, ma cosa volete che importi se questo serve a tacitare un elettorato che per la prima volta appare moderatamente dubbioso? In realtà, la Lega vuole la TAV e il Movimento no, così come la Lega avrebbe voluto le Olimpiadi ma il Movimento no. Così come la Lega è a favore dei vaccini, ma il Movimento no.  E via discorrendo. Morale? Come Raggi insegna, la cosa migliore è non fare nulla,   continuando a ripetere che si fa, si fa anche troppo, così non si rischiano problemi, c’è molto su cui chiacchierare, e al massimo gli avvisi di garanzia ti arrivano per peccati veniali. Che poi, diciamoci la verità qualsiasi cosa un grillino venga beccato a fare, per tutti gli altri si tratta did sciocchezza, al limite ingenui.

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RK Montanari
RK Montanarihttps://www.lavocedelpatriota.it
Viaggiatrice instancabile, appassionata di fantasy, innamorata della sua Italia.

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