“L’intelligenza artificiale è una delle più straordinarie innovazioni della nostra epoca, ma occorre capire quanto essa incida sulle nostre buone abitudini quanto su quelle cattive. Dobbiamo sempre partire dal presupposto che bisogna mantenere un profilo antropocentrico: siamo noi a dover decidere cosa fa la macchina e non il contrario. I giovani di oggi crescono con strumenti tecnologici che ampliano possibilità mai viste prima. Possono comunicare con chiunque, accedere a conoscenze globali in tempo reale, esplorare mondi virtuali senza confini. Ma questa rivoluzione porta con sé anche ombre come l’ansia per il futuro, il senso di inadeguatezza, l’isolamento sociale. I nostri ragazzi si trovano a convivere con algoritmi che influenzano le loro scelte, le loro relazioni, perfino la percezione di sé. L’IA, i social, il web non sono la causa principale di questo disagio, ma sono in grado di amplificarlo sigillando le paure in un mondo virtuale che funge da rifugio. Di contro, poco esplorati sono gli strumenti proprio virtuali che possono costruire percorsi di sostegno e di aiuto. L’intelligenza artificiale può aiutarci dunque a costruire un futuro più interattivo e più inclusivo, ma solo se restiamo noi gli artefici del nostro destino. Perché, alla fine, l’umanità è il vero codice sorgente da cui tutto ha inizio”.
Lo dichiara la senatrice di Fratelli d’Italia Cinzia Pellegrino, coordinatore nazionale del Dipartimento vittime di FdI, nel corso del suo intervento al convegno da lei promosso in Senato dal titolo “Il disagio giovanile ai tempi della I.A.”.