Questo Governo, come ha sempre sottolineato e voluto la premier Giorgia Meloni, anticipa e annuncia agli italiani solo ciò che è sicuro di portare a termine nel rispetto di una tabella di marcia già stabilita. L’Italia ha patito troppo a lungo la politica delle facili promesse poi tradite e non si può continuare a distribuire illusioni a buon mercato salvo smentirsi il giorno dopo, anche perché non si farebbe altro che minare le fondamenta della democrazia e allontanare il cittadino dalle Istituzioni in modo ulteriore. Il Governo Meloni promette quanto è stato già pianificato in realtà ed è destinato a concretizzarsi in tempistiche ragionevoli.
Così è stato, ad esempio, per i centri di accoglienza degli immigrati clandestini diretti in Italia, allestiti in Albania grazie ad un accordo siglato fra i governi di Roma e di Tirana. Nel 2023 Italia e Albania hanno firmato un Protocollo d’intesa per la realizzazione di queste strutture in territorio albanese, e il raggiungimento di tale collaborazione è stato reso noto subito all’opinione pubblica sia da Giorgia Meloni che dal premier di Tirana Edi Rama. Il primo ministro albanese è stato anche ospite dell’ultima edizione di Atreju tenutasi a dicembre dell’anno scorso. Dalle dichiarazioni ai fatti, perché adesso i due centri, uno costruito presso il porto di Shengyin e l’altro creato nella città di Gjader, in un sito precedentemente usato dall’Aeronautica militare albanese, sono operativi e sono giunti i primi migranti salvati dalla Marina militare italiana.
Questi luoghi serviranno a ricevere i clandestini soccorsi in mare da navi italiane, si procederà anzitutto a controlli sanitari e verranno verificate le situazioni individuali di queste persone. Dal punto di vista umanitario nessuno viene abbandonato fra le onde del Mediterraneo, anzi, in Albania verrà dato a tutti un posto in cui dormire, mangiare e curarsi, ma, grazie a questa soluzione e alla collaborazione delle Autorità di Tirana, l’Italia potrà svolgere migliori e più efficaci accertamenti su coloro i quali rientrano nel diritto di asilo politico e quelle persone che invece devono essere rimpatriate. Tutti verranno assistiti, ma solo una parte di essi, grazie ai controlli che saranno effettuati in tali centri di accoglienza, potrà lasciare l’Albania per la Penisola, e il resto, dovrà fare ritorno al Paese d’origine.
Si tratta di un filtro molto importante e utile anche ai fini della sicurezza nazionale perché consentirà di distinguere i veri bisognosi e meritevoli di asilo dai criminali, alcuni dei quali affiliati al terrorismo islamico internazionale, che purtroppo si annidano fra le masse di disperati. Inutile dire che ciò sia preferibile alle scelte dei governi italiani precedenti, che permettevano sbarchi indiscriminati e l’ingresso nel territorio nazionale di tutti senza particolari verifiche su quella fetta di immigrati da destinare in realtà solo al rimpatrio forzato. Un numero incalcolabile di clandestini si è disperso negli ultimi anni in Italia e in Europa, sfuggendo facilmente ai blandi controlli delle Autorità e divenendo una pedina della criminalità o del lavoro nero. I centri in Albania sono stati pensati e realizzati proprio per rimediare alla illegalità diffusa.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha elogiato l’apertura dei centri italiani di accoglienza in Albania e ha inoltre sostenuto come occorra prendere esempio dall’approccio di Roma nella costruzione di particolari hub per migranti. Il primo ministro del Regno Unito, il laburista Keir Starmer, la pensa esattamente come Ursula e il socialista Edi Rama apre le porte del proprio Paese alle soluzioni del Governo Meloni, quindi, notiamo come la sinistra italiana si ritrovi sola in Europa nel bocciare a priori i centri in Albania. Sono giunte e stanno giungendo da quella parte delle sciocchezze abnormi. Esponenti di Alleanza Verdi e Sinistra hanno addirittura parlato di lager e deportazioni, e ciò si commenta da sé. Il Partito Democratico ha prima sperato in ritardi insostenibili nell’allestimento delle strutture ed ora riceve un sonoro schiaffo morale perché quanto è stato anticipato da Giorgia Meloni è diventato concreto. Con le guance doloranti PD e M5S denunciano uno sperpero di denaro pubblico, ma, cari Elly Schlein e Giuseppe Conte, i vari CPR e CIE del passato in territorio italiano sono per caso a costo zero?