Negli ultimi periodi, sono state molte le occasioni in cui, i manifestanti dell’estrema sinistra,
hanno manifestato in piazza offendendo la figura del Premier Giorgia Meloni, rivolgendole
insulti e bruciando pupazzi somiglianti, come durante il Carnevale di Poggio Mirteto: in
questa occasione, alcuni partecipanti, hanno dato fuoco ad un fantoccio raffigurante la
Premier insieme alla fiamma tricolore.
Un’azione omologa è avvenuta anche durante il corteo dedicato a Valerio Verbano,
ragazzo appartenete alla sinistra radicale, ucciso nella propria abitazione durante gli anni
di piombo.
Azioni vili e disgustose, che rappresentano nei fatti il vero volto delle organizzazioni post-
comuniste, le quali faticano ad accettare la sconfitta nella realtà dei fatti, cospargendo
d’odio e rancore le piazze: le azioni di cui sopra, sono un evidente metodo disperato per
screditare il volto di Fratelli d’Italia.
Nell’ epoca in cui si parla spesso di “Delegittimazione”, nessun quotidiano progressista, e
tantomeno nessuna coalizione partitica dell’ area socialdemocratica, ha deciso di porgere
quantomeno la propria solidarietà alla Premier: una scelta che probabilmente riguarda
motivi elettorali, d’altronde, da una sinistra che continua a perdere i propri consensi, non ci
si può aspettare di meglio.
E a questo punto si arriva la “Vexata Quaestio”: gli ultimi roghi pubblici contro il Premier
Meloni, sono punibili per “Vilipendio istituzionale”, oppure appartengono alle semplici
sciocchezze, che da tempo ingrassano il ventre dell’ “Infamity Show”.
Si può provare a dare diverse interpretazioni a questi eventi, plausibilmente le accuse per
vilipendio istituzionale sarebbero piuttosto fondate, visto e considerato che la stessa
Giorgia Meloni detiene attualmente il ruolo di Presidente del Consiglio.
Per quanto riguarda invece, l’Infamity Show di cui sopra, è ormai noto che in Italia la
macchina del fango, sia da sempre uno dei rimedi più comuni ed infelici per attaccare un
avversario in modo spregevole. Stavolta però, la situazione è ben più grave: nel caso dei
roghi, infatti, non si tratta più di attacchi gratuiti e meschini verso la controparte, ma di un
danno d’immagine piuttosto serio ed anche molto pesante.
Ancor più grave, è la disinformazione che i noti disobbedienti usano come scudo di
protezione, manipolando la realtà per giustificare le proprie azioni nella lotta
all’autoritarismo che non c’è.
Probabilmente, quando i cittadini vennero oppressi da misure del tutto oppugnabili durante
il periodo COVID, i suddetti erano impegnati in un letargo ideologico prolungato.
Insomma, sembra che i compagni e gli antifascisti di oggi, siano diventati anche i nemici
numero uno della costituzione liberale che tanto amano declamare e difendere,
organizzando “Guerre Sante” dell’intolleranza nei confronti di chi governa meritatamente e
democraticamente l’Italia.