I furbetti dell’accordino

Premessa doverosa: tutti sono innocenti fino al terzo grado di giudizio. Sarebbe superfluo dirlo, ma in un Paese come l’Italia dove la sinistra è manettara con gli avversari e garantista con i propri compagni di partito è bene ribadirlo.

I casi di Beppe Sala e Matteo Ricci riportano alla ribalta il tema del rapporto tra politica e magistratura e mettono in luce la difficoltà del Pd di dar vita a un’alleanza strutturale col Movimento Cinque Stelle. Un partito, quest’ultimo, che può vantare di aver avuto già una sfilza di sindaci indagati tra le sue fila: da Virginia Raggi a Chiara Appendino passando per l’ex Federico Pizzarotti solo per citare i casi più noti.

In questi giorni risulta sempre più evidente che il centrosinistra attuale non ha ancora imparato la lezione impartita da un vecchio socialista come Pietro Nenni che diceva: “A fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro… che ti epura”. Oggi più che mai avremmo tanto bisogno di una sinistra garantista eppure più si avvicinerà il referendum sulla riforma della giustizia e più si alzerà lo scontro tra il governo e le toghe.

La destra ha scelto di non cavalcare politicamente le indagini che vedono coinvolti Sala e Ricci perché gli avversari politici si battono sul piano politico e non rispolverando il tintinnio delle manette tipico degli anni di Tangentopoli.

Sarebbe utile aprire un serio dibattito sul rapporto tra i sindaci progressisti delle grandi metropoli italiane e il mondo dei cosiddetti ‘palazzinari’ che nel corso degli ultimi decenni ha dato vita a una sinistra tutta “calce e martello’. Le pagine dei giornali, invece, si riempiono di mezze rivelazioni e indiscrezioni su indagini che, forse, svanirà come una bolla di sapone.

Da che parte staranno i riformisti e il Pd? È arrivata l’ora di scegliere. Sarebbe opportuno se i democratici decidessero di rompere l’alleanza tossica con i Cinquestelle, soprattutto ora che le procure stanno bussando alla porta del Pd anche a Torino, Bologna e Modena.

Dubitiamo che questo avvenga e, allora, non restano che pochi interrogativi. Quanto ancora dovremmo aspettare prima di avere anche in Italia una sinistra moderna, riformista e non succube delle toghe rosse?

Quanto ancora dovremmo aspettare prima che la sinistra italiana si renda conto che non è detentrice di nessuna superiorità morale? Quanto?

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