Il 4 ottobre torna festa nazionale: Meloni celebra San Francesco, «simbolo di unità dell’Italia»

Dopo quasi cinquant’anni di assenza dal calendario civile, il 4 ottobre torna ad essere festa nazionale. Con il via libera definitivo del Senato, la ricorrenza di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, viene riconosciuta come giornata celebrativa per la Nazione. Un atto che ha valore storico e simbolico insieme, salutato con entusiasmo dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

«Accolgo con gioia e soddisfazione questa decisione – ha dichiarato la premier – che restituisce il giusto rilievo a una figura centrale della nostra identità culturale e spirituale.»

Una convergenza rara

Il provvedimento ha raccolto un consenso trasversale, con voti favorevoli da quasi tutti i partiti e pochissime astensioni. A proporre l’iniziativa era stato il poeta Davide Rondoni, tra i principali promotori della causa francescana, a conferma di come San Francesco non appartenga solo alla tradizione religiosa, ma sia percepito come un punto di riferimento per l’intera comunità nazionale.

Questa approvazione quasi unanime rappresenta un segnale raro nel panorama politico italiano, spesso diviso: un riconoscimento condiviso del valore universale del Santo di Assisi, capace di parlare a credenti e non credenti, ai fedeli come ai laici.

Il ritorno di una tradizione

Il 4 ottobre era già stato inserito nel calendario delle festività nazionali nel 1958, per poi essere abolito nel 1977 nell’ambito delle riforme economiche che riducevano le giornate non lavorative. Oggi, a distanza di mezzo secolo, quella data viene restituita agli italiani con un significato ancora più forte: un richiamo ai valori di pace, fraternità, sobrietà e amore per la patria.

Il nuovo calendario stabilisce che la festività entrerà in vigore dal 2026, ma poiché il 4 ottobre cadrà di domenica, l’effetto concreto si avvertirà dal 2027. Non sarà dunque solo un giorno di riposo, ma un’occasione per riflettere su cosa significa essere italiani, su ciò che ci unisce al di là delle differenze.

San Francesco e l’identità italiana

Figura amata in tutto il mondo, San Francesco è da sempre considerato il santo della povertà evangelica e della fraternità universale, ma anche della radice più autentica dell’Italia. La sua scelta radicale, la sua vicinanza agli ultimi, il suo amore per la natura lo hanno reso un simbolo che travalica i confini della religione.

Per questo, la decisione del Parlamento non è soltanto un atto di giustizia storica, ma anche un investimento culturale e civile: la restituzione di un giorno che richiama alle radici spirituali e identitarie della Nazione, in un’epoca segnata da crisi di valori e disorientamento.

Un giorno per l’Italia intera

La festa nazionale del 4 ottobre sarà dunque molto più di una data da segnare in rosso sul calendario. Diventerà un appuntamento fisso per ricordare che la forza di una comunità non nasce dal consumo o dall’individualismo, ma da una storia comune, da valori condivisi e da esempi che ancora oggi parlano a ciascuno di noi.

Come ha sottolineato Giorgia Meloni, San Francesco rappresenta un “simbolo di unità dell’Italia”. E proprio in questa unità ritrovata risiede il significato più profondo del ritorno della sua festa nazionale.

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