Il Consorzio di Soros contro i conservatori portoghesi.

Da un articolo di Álvaro Peñas per El Correo de Espana.

Il 16 novembre, presso la Facoltà di Scienze Sociali e Umanistiche dell’Universidade Nova de Lisboa (Nova FCSH) a Lisbona, è stato annunciato il lancio del cosiddetto “Consorzio – Rete di giornalisti investigativi”. Come molte altre organizzazioni simili di “giornalismo indipendente”, il “primo consorzio portoghese di giornalismo investigativo” è un’associazione senza scopo di lucro e, ovviamente, non governativa, anche se la creazione del “Consorzio” è stata opportunamente pubblicizzata sul sito web del Ministero della Cultura portoghese.

La prima inchiesta giornalistica del “Consorzio” ha affrontato un tema di grande attualità: la presenza di discorsi d’odio nelle forze e nei corpi di sicurezza dello Stato portoghese e, naturalmente, la relazione tra questi discorsi d’odio e il partito CHEGA. Un’indagine che è stata immediatamente negata e respinta dal suo presidente, André Ventura, come riportato dal blog di CHEGA, Folha Nacional.

Ma chi sono i membri del “Consorzio”? Secondo un rapporto pubblicato su Meios & Publicidade, tra i campioni del giornalismo indipendente ci sono Pedro Coelho (giornalista del canale televisivo SIC, Sociedad Independiente de Comunicación, e professore presso Nova FSCH), Paulo Pena (giornalista di Investigate Europe), i giornalisti del giornale digitale “Setenta e Quatro” Filipe Teles e Ricardo Cabral Fernandes, giornalisti indipendenti Cláudia Marques Santos e Tiago Carrasco, Pedro Miguel Santos e Ricardo Esteves Ribeiro (giornalisti di Fumaça), l’avvocato Ricardo Correia Afonso e i professori universitari della Nova FSCH Carla Baptista, Dora Santos Silva, Marisa Torres da Silva, nonché João Figueira (Università di Coimbra) e José Ricardo Carvalheiro (Università di Beira Interior).

I membri di questo team, guidati dal giornalista del SIC Pedro Coelho, hanno naturalmente una lunga storia di attivismo politico legato alla sinistra e all’estrema sinistra e, naturalmente, hanno ricevuto importanti donazioni da George Soros, il “filantropo” che dona milioni di dollari per promuovere gli ideali di società aperta sostenuti dalla sinistra: aborto, LGBT, frontiere aperte, ecc. Prendiamo l’esempio di Paulo Pena, uno dei membri di questo team, che a sua volta fa parte di un consorzio internazionale di giornalisti, Investigate Europe, che ha ricevuto 124.000 euro dall’Open Society Initiative di Barcellona nel 2020 e 153.000 euro nel 2019.

D’altra parte, i giornalisti Filipe Teles e Ricardo Cabral Fernandes lavorano per il giornale digitale “Setenta e Quatro”, che si presenta come un “progetto di informazione digitale che agisce per garantire valori democratici e progressisti”, e che ha ricevuto finanziamenti da Ana Gomes. La candidata del Partito Socialista alla Presidenza della Repubblica ha finanziato “Setenta e Quatro” con i soldi donati alla sua campagna presidenziale, come riportato sul sito del giornale: “Avendo chiuso i conti della campagna della candidatura alle elezioni presidenziali del 2021, Ana Gomes ha deciso di donare l’importo rimanente della somma delle donazioni, 31.000 euro, all’associazione ‘Continuare a Iniziare’, come modo per sostenere il progetto di giornalismo investigativo ‘Setenta e Quatro’, lanciato il 13 luglio”. Il quotidiano Fumaça, di cui fanno parte i giornalisti Pedro Miguel Santos e Ricardo Esteves Ribeiro, anch’essi membri del “Consorzio”, ha ricevuto dal 2018 ben 509.000 euro in sovvenzioni per il sostegno al giornalismo dalla Open Society Foundations.

George Soros e la Open Society sono protagonisti del finanziamento dei vari media che compongono il “Consorzio”, insieme a organizzazioni legate all’estrema sinistra e allo Stato portoghese. Per quanto riguarda il comportamento dei giornalisti “indipendenti” del “Consorzio” sui social network, non ci sono dubbi nemmeno sulla loro posizione politica. Prendiamo gli esempi dei giornalisti Pedro Coelho della SIC e Ricardo Cabral Fernandes di Setenta e Quatro. Il professore della Nova FSCH Pedro Coelho, che ha condotto questa “indagine” sui discorsi d’odio nelle forze di sicurezza portoghesi, non usa mezzi termini quando si tratta di esprimere la propria opinione politica, dichiarando più volte di essere contrario al partito CHEGA, che definisce “di estrema destra”.

Come si può leggere in questi due tweet pubblicati prima delle ultime elezioni legislative. 22 gennaio 2002: “Come giornalista, non posso scrivere molto pubblicamente nella settimana che precede le elezioni legislative. Solo questo: nel novembre 2020 e nell’aprile 2021 la SIC ha trasmesso 5 grandi servizi sull’estrema destra in Europa, compreso il Portogallo. A destra. È ‘tutto’ quello che è”.

25 gennaio 2022: “Non mi interessa se sanno cosa sono politicamente. Voglio che sappiano cosa non sono. Non sono di estrema destra e temo che molti non abbiano ancora capito che l’estrema destra può svegliarsi lunedì per essere in grado di influenzare un governo in Portogallo”. Da parte sua, Ricardo Cabral Fernandes, giornalista di “Setenta e Quatro”, ha twittato il 30 gennaio commentando i risultati delle elezioni legislative: “Sospettavamo che fosse questione di tempo, e oggi è successo: l’estrema destra ha consolidato la sua posizione in Parlamento. La normalizzazione dell’odio accelererà. Prepariamoci ad affrontarlo.

Come in molti altri casi, il cosiddetto “Consortium – Network of Investigative Journalists” non ha nulla a che fare con il “giornalismo indipendente”, ma è piuttosto un insieme di attivisti politici di estrema sinistra il cui giornalismo serve gli interessi delle organizzazioni globaliste, come la Open Society, che li finanziano generosamente. L’imparzialità e l’equità, caratteristiche che dovrebbero presiedere all’attività che pretendono di svolgere, non fanno parte dei valori della Società aperta.

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La Redazione de La Voce del Patriota

5 Commenti

  1. Trovo francamente intollerabile che grandi lobbies economiche internazionali muovano ogni argano a loro disposizione, in primis reparti d’assalto di professionisti dell’informazione poco professionali, per esercitare una pesantissima influenza sulla vita politica di Paesi democratici: la prima e l’ultima parola agli elettori, al servizio dei quali dovrebbe porsi un’informazione seria, corretta e il più possibile obiettiva.

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