Il diritto a manifestare e la tutela dell’ordine pubblico: due pilastri della democrazia italiana

Riceviamo e pubblichiamo l'articolo del nostro lettore Rosario Bonavita

In un momento storico in cui le piazze tornano a riempirsi di idee, voci e bandiere, è essenziale ribadire un concetto troppo spesso trascurato: il diritto a manifestare e il mantenimento dell’ordine pubblico non sono in contrapposizione, bensì due elementi complementari di una democrazia matura.

Il contesto costituzionale

La Costituzione Italiana è chiara: l’articolo 17 sancisce il diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi, mentre l’articolo 21 tutela la libertà di espressione in ogni sua forma. Questi diritti fondamentali permettono ai cittadini di partecipare attivamente alla vita democratica, esprimendo opinioni, consensi, dissensi e rivendicazioni.

Tuttavia, perché tali diritti siano realmente esercitabili, è necessario che si svolgano in un contesto di sicurezza e legalità. Il compito di garantire questo equilibrio è affidato all’Autorità di Pubblica Sicurezza, rappresentata sul territorio dal Prefetto, che è organo territoriale del Governo nonché autorità provinciale di pubblica sicurezza, e dal Questore, anch’egli autorità provinciale di pubblica sicurezza nonché responsabile operativo dell’ordine pubblico che vede coinvolte tutte le forze dell’ordine e pubbliche. Il Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (T.U.L.P.S.), R.D. 18 giugno 1931, n. 773, all’articolo 18, stabilisce che le riunioni in luogo pubblico devono essere preavvisate all’autorità competente almeno tre giorni prima. Questo non per controllare il contenuto della manifestazione, bensì per predisporre le condizioni necessarie al suo svolgimento ordinato e sicuro.

Il ruolo dell’autorità di pubblica sicurezza

È fondamentale comprendere che il mantenimento dell’ordine pubblico non è una forma di censura, bensì una garanzia di pacifica convivenza e di tutela dei diritti di tutti, inclusi quelli dei manifestanti stessi. Le forze dell’ordine non sono un ostacolo alla libertà, ma un presidio di legalità e sicurezza, chiamato a tutelare il corretto svolgimento delle manifestazioni e la serenità di tutti i cittadini.

Il dibattito politico: tra libertà e ordine

Nel dibattito politico italiano, si osserva talvolta una tendenza, soprattutto da parte di alcune forze politiche, a sostenere posizioni che promuovono una concezione del diritto a manifestare completamente svincolata da regole, preavvisi o indicazioni delle autorità di pubblica sicurezza. Questa prospettiva, spesso cavalcata per fini ideologici o elettorali, rischia di alimentare una visione pericolosa e fuorviante, dove il principio di libertà viene distorto fino a giustificare l’anarchia.

La posizione dell’attuale governo

L’attuale governo, guidato dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha più volte sottolineato l’importanza del diritto ad esprimersi pubblicamente ed in vari modi ma anche la necessità di far rispettare le regole per garantire la libertà di manifestare in modo sicuro e democratico. In un incontro con i sindacati delle forze dell’ordine, Meloni ha dichiarato:
Non esiste solo il diritto a manifestare, che nessuno mette in discussione: esiste anche il dovere di rispettare delle regole, che sono state fissate, e più volte sono state ritenute conformi alla Costituzione, proprio per ridurre i rischi di incidenti. […] Sono le regole del gioco democratico. Senza queste regole si tratta di un altro gioco. Chi pensa di spacciarlo come democratico sta barando.” (Il Giornale, 9 gennaio 2024)

Il governo ha inoltre avanzato proposte volte a rafforzare le tutele giuridiche per gli operatori di pubblica sicurezza, in particolare per evitare che vengano sottoposti automaticamente a procedimenti penali quando agiscono nell’ambito di operazioni complesse, spesso in situazioni di tensione o pericolo.

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del governo in carica, Alfredo Mantovano, ha spiegato che “si sta valutando l’introduzione di un meccanismo di garanzia procedurale, volto a evitare l’apertura automatica di indagini penali per ogni intervento delle forze dell’ordine, pur nel pieno rispetto del principio di legalità e del controllo giurisdizionale.” (Il Foglio, 14 gennaio 2025)

Conclusioni: Libertà e sicurezza in equilibrio

In conclusione, ordine pubblico e libertà di manifestare non sono in conflitto. Sono due strumenti essenziali della vita democratica: il primo protegge la seconda, e la seconda legittima il primo. Solo riconoscendo il valore di entrambi, possiamo garantire un futuro di partecipazione, rispetto e libertà.

Per approfondire:

Art. 37 – Ordinanza di servizio in materia di ordine e sicurezza pubblica
Per i servizi di ordine e sicurezza pubblica il Questore emana apposita ordinanza di servizio stabilendo le modalità di svolgimento dei servizi stessi, la forza da impiegare, l’equipaggiamento necessario, i responsabili del servizio e le finalità da conseguire.

– D.P.R. 28 ottobre 1985, n. 782

Art. 54 – Attribuzioni del sindaco nelle funzioni di competenza statale

1. Il sindaco, quale ufficiale del Governo, sovrintende:

a) all’emanazione degli atti che gli sono attribuiti dalla legge e dai regolamenti in materia di ordine e sicurezza pubblica; ecc

– D.L.vo 18 agosto 2000, n. 267

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La Redazione de La Voce del Patriota

1 commento

  1. Aggiungerei solo un ulteriore punto, spesso trascurato ma fondamentale: la libertà di manifestare non può ledere altri diritti altrettanto fondamentali: quello di circolare liberamente, leso da chi per manifestare occupa strade impedendo al altri di andare a lavorare o anche solo di “circolare” (art. 16 della Costituzione), quello di lavorare, leso da chi per manifestare le proprie opinioni mette picchetti all’entrata delle aziende impedendo l’ingresso, ed anche quello di non essere disturbati nella proprie attività o nel proprio riposo da schiamazzi, e così via.
    Come ha detto con espressione indovinata un esponente del Governo: manifestate con sobrietà, non solo in occasione della morte di un Papa, ma sempre.
    Si diceva una volta: libertà, nel rispetto della libertà degli altri.

    Con affetto

    Alessandro

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