Il goniometro delle sinistre: Musk e Bannon misurati, Vance ignorato

Che epoca d’oro per i geometri della morale!

Le sinistre, con il goniometro in mano e l’occhio da falco, hanno puntato i riflettori sul braccio alzato di Elon Musk subito dopo l’elezione di Trump e su Steve Bannon, che al CPAC di questi giorni ha salutato il pubblico con un gesto che – ovviamente – è stato subito etichettato come un saluto nazista o fascista. “Eccolo, il braccio del totalitarismo!” strillano, analizzando l’angolazione del saluto di Musk come fosse il filmato Zapruder di Kennedy, mentre per Bannon ogni movimento diventa la prova definitiva di un revival di camicie nere.

È un’ossessione da CSI: Misurazioni Ideologiche, con tanto di ralenti e filtri drammatici.

Musk, fresco di vittoria elettorale di Trump, alza il braccio in quello che lui stesso ha descritto come un gesto di affetto – “My heart goes out to you”, ha detto, mandando un cuore alla folla. Ma no, per i segugi della purezza politica è chiaramente un “Sieg Heil” mascherato da saluto da rockstar. Poi c’è Bannon, che al CPAC del 20 febbraio 2025, dopo un discorso infuocato (“Fight, fight, fight!”), stende il braccio verso il pubblico. Un saluto? Un’enfasi? Macché, per i critici è la firma inequivocabile di un nostalgico del Terzo Reich. La folla applaude, lui annuisce con un “Amen”, e il tribunale mediatico emette la sentenza: colpevole senza appello.

Eppure, mentre si consuma carta e inchiostro digitale per misurare gli angoli di questi gesti, J.D. Vance – che a Monaco ha svergognato l’Europa con un discorso al vetriolo sulla libertà di parola – rimane un fantasma nella narrazione. Il 14 febbraio 2025, il vice di Trump ha preso il microfono e ha sparato a zero: “La libertà di espressione è morta sotto il vostro moralismo”, citando casi come il britannico Adam Smith-Connor, punito per una preghiera silenziosa, o la Svezia che perseguita chi brucia un Corano. Un intervento che ha gelato la platea, ma di cui le sinistre non sembrano voler parlare. Troppo scomodo, forse, affrontare un’accusa che le colpisce dritte al cuore delle loro contraddizioni.

Perché questa disparità? Musk e Bannon sono i cattivi ideali: uno è il miliardario eccentrico che twitta come un adolescente, l’altro il burattinaio populista con l’aria da villain di Hollywood. Sono prede facili, perfette per scatenare il pubblico indignato. Vance, invece, è un osso duro: istituzionale, diretto, con argomentazioni che richiedono una replica seria, non un semplice “è un fascista”. Così, mentre il goniometro si scalda su un braccio alzato di troppo, il discorso di Monaco scivola nel dimenticatoio. E il circo va avanti: la prossima ascella sospetta è già nel mirino.

Magari quella di Trump, se osa salutare con troppa enfasi.

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Ulderico de Laurentiis
Ulderico de Laurentiishttp://www.uldericodelaurentiis.it
Direttore Responsabile de "La Voce del Patriota".

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