Il Governo filo-cinese di Hong Kong emette mandati di arresto per attivisti in esilio

Il governo fantoccio di Hong Kong controllato da Pechino ha emesso mandati di arresto per attivisti in esilio, tra cui Nathan Law, con sede nel Regno Unito, in vista delle elezioni “false” per il Consiglio legislativo dell’ex colonia britannica.

Domenica si sono svolte le prime elezioni per il Consiglio Legislativo di Hong Kong (LegCo) dopo la repressione della Cina comunista sul movimento per la libertà. Il voto è stato ampiamente criticato come una “farsa” ed è stato soprannominato una “selezione” poiché agli attivisti pro-democrazia – molti dei quali sono in prigione o in esilio – è stato vietato di partecipare, con solo gli pseudo “patrioti” pro-Pechino ammessi nelle schede elettorali.

Solo 20 dei 90 seggi erano disponibili per il voto, con trenta seggi occupati da leader del mondo degli affari e del commercio e i restanti 40 scelti con cura dal comitato elettorale controllato da Pechino.

Le elezioni hanno visto – forse non sorprendentemente, date le circostanze create da Pechino per il voto – i candidati pro-Pechino vincere in mezzo a un’affluenza ai minimi storici. L’analisi dell’emittente britannica BBC indica che molti a Hong Kong hanno poca fiducia nel cosiddetto processo democratico dopo che i diritti di libertà di parola e le leggi elettorali sono stati revisionati dal Partito comunista cinese.

Attivisti pro-libertà ed ex politici fuggiti dal carcere fuggendo dalla città, come Nathan Law del Movimento degli ombrelli, avevano invitato i cittadini a consegnare schede bianche o non valide per protestare contro le elezioni. In risposta, la Commissione indipendente contro la corruzione (ICAC) di Hong Kong ha emesso mandati d’arresto.

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