Sembrerebbe che, dalla metà di giugno, possa arrivare una boccata d’aria per il turismo, settore travolto dalla pandemia da Covid19, e per tutti gli italiani che, per via delle restrizioni imposte dal governo, non riescono a lavorare regolarmente.
Il Certificato verde digitale, conosciuto come “Green Pass” europeo, potrebbe arrivare tra qualche mese, non si sa ancora se in forma digitale o cartacea, ma indicherà il tipo di vaccino ricevuto e la presenza di anticorpi.
In questo modo, mostrando il certificato, dovrebbe essere più facile viaggiare, prendere un aereo, partecipare agli eventi, lavorare con il pubblico e tornare alla vita “normale”.
Certificato verde digitale
Il commissario europeo all’Industria, Thierry Breton, ha illustrato le caratteristiche del documento europeo che dovrebbe ridarci la libertà.
Il “passaporto” dovrà essere dotato di un codice QR il quale mostrerà quale vaccino anticovid sia stato somministrato, se si è stati portatori della malattia e se sono stati sviluppati gli anticorpi contro il coronavirus.
In Italia, secondo Altems della Cattolica, il ritmo delle vaccinazioni non è al pari con quello europeo e difficilmente riusciremo a raggiungere il target prefissato, ma tre Regioni, Lazio, Sardegna e Veneto, si sono già mosse verso il baluardo di speranza del passaporto vaccinale. In particolare, chi verrà vaccinato nel Lazio o nel Veneto, può già ricevere un documento che certifica di aver completato il ciclo di vaccinazione e che la persona è stata immunizzata.
Effetti sul turismo
La speranza è che con l’arrivo del passaporto vaccinale si abbiano degli effetti positivi sull’economia, in particolare sul settore del turismo, per via delle importanti perdite dovute alla pandemia e alla gestione della crisi. Si calcola, secondo un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati di Bankitalia, che il nostro paese abbia subito un buco di circa 27 miliardi nelle spese dei viaggiatori dall’estero, con un crollo del 61% nel 2020 rispetto all’anno precedente, toccando in questo modo il minimo da almeno venti anni.
In queste ultime ore il settore del turismo è rimasto vittima del paradosso denunciato da Federalberghi secondo il quale, per Pasqua, il Governo non ha permesso lo spostamento fra le regioni italiane ma ha concesso di poter viaggiare all’estero.
Green Pass e giovani
Il Certificato Verde dei vaccinati provocherebbe un ulteriore situazione surreale in quanto, se venisse consegnato solo a chi ha già ricevuto entrambe le dosi del vaccino, vorrebbe dire consegnare le sorti del turismo in mano a una piccola parte della popolazione, sono infatti poche le Regioni che ad oggi riescono a garantire la vaccinazione di almeno il 50% della popolazione entro giugno.
Nessuna speranza per i giovani, è molto probabile, infatti, che per il mese di giugno i più giovani non avranno la possibilità di essere immunizzati. E non per loro scelta, in virtù del sistema basato sulle categorie per fasce di età.
Le nuove generazioni riceveranno il vaccino dopo l’estate e dovranno, perciò, rimanere a casa, rinunciando ancora una volta alla loro libertà e alla salute psicosociale.
Basta ostacoli
Il certificato verde digitale non solo certifica l’avvenuta vaccinazione contro il Covid, ma riporta anche i risultati dei test, in entrata e in uscita.
Il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, pochi giorni fa ha dichiarato: «Bene la decisione del Parlamento Ue di applicare la procedura d’urgenza per approvare il certificato verde digitale entro l’estate, come richiesto da Fratelli d’Italia e dai conservatori europei. Daremo il nostro contributo affinché questo strumento sia adottato il prima possibile in modo omogeneo in tutta la Ue: è una misura fondamentale per rimuovere progressivamente gli ostacoli alla libera circolazione delle persone e assicurare la ripartenza del turismo».