Il M5s sbaglia i… Conti: l’Istat dà ragione a Meloni, sinistra smentita

I dati Istat, ormai da mesi, sono quasi sempre portatori di buone notizie per il governo. Tra gli ultimi dati positivi, ad esempio, oltre alla crescita costante dell’occupazione, c’è quello sulle madri lavoratici, che in 750mila circa sono state destinatarie di un aumento in busta paga di poco più di mille euro nel 2024 rispetto all’anno precedente. Il tutto grazie all’esonero totale dei contributi voluto dal Governo Meloni per favorire l’occupazione femminile e per permettere alle madri di essere tali pur non abbandonando la loro carriera professionale.

Puntano il dito, ma sbagliano mira

Il problema nasce quando certi dati vengono strumentalizzati per altri scopi. Nel rapporto del noto istituto, che riguarda la redistribuzione dei redditi, si parla di Reddito di Cittadinanza: si legge, infatti, che il passaggio dalla misura pentastellata all’Assegno di Inclusione, la misura sostitutiva ideata dal Governo Meloni, abbia provocato “un peggioramento dei redditi disponibili per circa 850mila famiglie”. È bastato questo per scatenare la rivolta tra le file del Movimento Cinque Stelle che effettivamente, tolta l’elargizione gratuita di soldi statali a chicchessia, era in forte difficoltà comunicativa. “Questa è la realtà di questo governo – risponde prontamente l’avvocato del popolo, Giuseppe Conte –, 24 mesi di tracollo della produzione industriale, una manifattura che ci sta scomparendo sotto gli occhi, hanno distrutto Transizione 4.0 per fare la loro Transizione 5.0 che non sta tirando per nulla, ovviamente tra scartoffie e burocrazie, e il Paese è completamente inginocchiato e loro continuano a fischiettare a far finta di nulla, Meloni, e i ministri complici sodali”. Nel partito del foggiano, si affannano per commentare i dati: “Con il programma Gol, creato dal Conte II e finanziato con i fondi del Pnrr portati in Italia dal presidente Conte, abbiamo riportato un milione di persone al lavoro; Meloni invece taglia sui più deboli e ci porta in una economia di guerra. Fermiamoli” urla il deputato del Movimento Cinque Stelle, Francesco Silvestri.

La verità dei dati

C’è un ma, enorme. Perché bisognava solo leggere un po’ più in giù in quel rapporto, per scoprire che in realtà circa la metà di quelle famiglie, 400mila, non hanno subito alcuna variazione reddituale, continuando a percepire lo stesso importo. Una fetta di famiglie trae anzi beneficio dal passaggio all’Assegno di Inclusione di circa 1200 euro. A questi dati si aggiungano poi i numeri sorprendenti già citati sulle madri lavoratrici, coloro che hanno beneficiato del taglio del cuneo fiscale (circa 12 milioni di famiglie), con i redditi meno corposi che hanno subito la crescita più sostanziosa. E non sta in piedi neppure l’accusa sull’aumento delle disuguaglianze, perché prendendo a riferimento i rapporti degli anni precedenti si evince che invece c’è stata una decrescita, di circa l’1,3%. L’occupazione, comunque, continua ad essere record: nel solo gennaio 2025, sono 145mila i nuovi occupati, un aumento che in percentuale equivale a +0,6% e che riguarda quasi tutte le fasce di età ed entrambi i sessi. Il tasso di occupazione ha raggiunto livelli mai visti prima addirittura dal 2004, arrivando al 62,8%, e allo stesso medo la disoccupazione è scesa drasticamente, così come quella giovanile. Tutti dati che smentiscono la lettura approssimativa e frettolosa della sinistra, prontissima a puntare il dito contro il governo senza però aver fatto prima i conti in modo corretto.

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