Giorgia Meloni ne ha citato qualche passo saliente del Manifesto di Ventotene, durante il suo intervento alla Camera dei deputati.
La sinistra si è imbestialita. È stata smascherata, presa con le mani nella marmellata. Per questo abbiamo visto reazioni, che vanno dal frignare di un moccioso viziato agli strali di chi sa solamente sclerare e sputare veleno.
Nel corso della cosiddetta “manifestazione europeista”, molti partecipanti – tutti di sinistra – avevano acclamato alla realizzazione di quel manifesto.
Se uno cerca semplicemente in Google o in Wikipedia, trova articoli su quel manifesto, che parlano di “Europa federale e liberale”.
È vero? Se ci si basa solo sugli articoli di certi media, sì.
Probabilmente c’era cascata pure Giorgia Meloni stessa nel 2016, dato che in quell’anno aveva postato un tweet, in cui denunciava la scarsezza di idee della Merkel e di altri leader europei, confrontati con gli autori di quel manifesto.
Europa “federale e liberale”. Cosa c’è di male?
Già il fatto che uno degli autori del Manifesto di Ventotene sia stato il comunista Altiero Spinelli (uno dei cosiddetti “padri fondatori” dell’Unione Europea), dovrebbe dare da pensare.
Questo è il classico esempio, in cui occorre guardare prima il contenuto del testo stesso e poi, forse, le interpretazioni.
Noi tutti abbiamo appreso i veri cardini del Manifesto di Ventotene:
- l’abolizione della proprietà privata (postulata da Karl Marx, non da un filosofo/economista liberale)
- l’istaurazione di una dittatura, molto simile a quella del proletariato, anch’essa postulata da Marx
- l’incuranza dell’inesistenza dell’appoggio popolare per quella visione distopica, quindi il disprezzo per la democrazia.
Questi principi non hanno niente a che fare con l’idea di un’Europa “federale” e “liberale”, ma solo e unicamente con una Unione Eurosovietica!
Prendiamo l’acronimo U-R-S-S (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche), questa volta preceduto da una E.
Bene, mi posso solamente associare alla Presidente del Consiglio. Quell’idea di Europa non è la mia e non lo sarà mai.
Oggi è cambiato qualcosa?
In linea di principio no. Solamente la giustificazione di una dittatura tecnocratico-comunista dell’epoca è stata sostituita dal gretinismo. È come dire: Dobbiamo abolire la proprietà privata e instaurare una dittatura, perché noi sappiamo di cosa ha bisogno il popolo. La democrazia è troppo lenta e la proprietà privata fa male al clima.
Riassumendo: GREEN IS THE NEW RED! IL VERDE È IL NUOVO ROSSO!
Non ci credete? Pensate istintivamente che sia una “teoria del complotto”?
La “giornalista” (in realtà propagandista) tedesca Ulrike Herrmann – già iscritta alla CDU, passata poi ai Verdi (Grüne) e dal 2000 redattrice della TAZ (giornale di estrema sinistra) – ha fatto nel 2022, nel corso di una conferenza, un paio di affermazioni inequivocabili.
Il link del video integrale, lo trovate qui sotto nelle fonti.
Il video è in tedesco, ma è possibile attivare i sottotitoli in italiano.
Cito alcune dichiarazioni della signora Herrmann. Citazioni in corsivo, traduzioni in corsivo neretto.
Minuto 01:36
Aus meiner Sicht ist es so, dass Climaschutz bedeutet, dass man sich vom Kapitalismus verabschieden muss.
Dal mio punto di vista è così, che la tutela del clima significa, che dobbiamo dire addio al capitalismo.
Faccio notare, che la signora in questione riconosce al capitalismo il merito di essere l’unico sistema socioeconomico nella storia, capace migliorare le condizioni e la durata della vita dell’uomo con la crescita, ma proprio per il principio della crescita sarebbe da abolire subito.
Continuiamo con le citazioni.
Minuto 03:51
Inzwischen ist es so, dass die Europäer so tun, als ob sie drei Planeten verbrauchen. Es gibt aber bekanntlich nur eine Erde. Andere Länder sind noch schlimmer. Die USA, zum Beispiel, tun so, als sie fünf Planeten verbrauchen, und Dubai ist inzwischen schon sogar bei 33 Planeten. Aber dass das ganze noch nicht kollabiert, liegt daran, dass andere Länder – vor allem in Afrika – ihren Anteil am Planeten noch nicht ausreizen.
Nel frattempo, gli europei si comportano come se stessero consumando tre pianeti. Ma come tutti sappiamo, la Terra è una sola. In altri Paesi la situazione è ancora peggiore. Gli Stati Uniti, ad esempio, si comportano come se stessero consumando cinque pianeti, mentre Dubai ne consuma ormai 33. Ma il motivo per cui il tutto non è ancora crollato è perché altri paesi, soprattutto in Africa, non hanno ancora esaurito la loro quota del pianeta.
Minuto 04:53
So die Frage ist: Was macht man jetzt? So, und eine Idee, die sehr populär ist, ist zu sagen: Na gut, dann verzichten wir einfach auf das Wachstum. Wir haben schon sowieso alle genug. Das ist doch nicht falsch.
Quindi la domanda è: cosa si fa adesso? Un’idea molto popolare è quella di dire: Bene, allora faremo a meno della crescita. In ogni caso, ne abbiamo tutti abbastanza. Questo non è sbagliato.
Minuto 07:17
Deswegen gibt es eine zweite Idee, von der Sie schon alle gehört haben. Das ist der Gedanke: OK, dann machen wir hier grünes Wachstum! Das ist die Idee, die in Deutschland alle Parteien verfolgen, von den Grünen bis zur CSU. Und das ist auch die Politik der EU, die dieses Programm – grünes Wachstum, Green New Deal – nennt. So die Idee ist: Es bleibt alles wie bisher, nur mit dem Unterschied, dass man jetzt mit dem E-Auto fährt, und nicht mehr mit dem Verbrennungsmotor. […] Was man eigentlich macht ist, man setzt auf rein technische Lösung. Und letztlich ist die Idee, dass man die gesamten Branchen, die gesamte Wirtschaft, alles auf Ökostrom umstellt, weil man nur Ökostrom klimaneutral produzieren kann. Es heißt, letztlich hängt alles an der Windenergie und an der Solarenergie. [..]
Ecco perché c’è una seconda idea di cui avete sentito parlare tutti. Questa è l’idea: OK, introduciamo la crescita verde! Questa è l’idea perseguita da tutti i partiti in Germania, dai Verdi alla CSU. Ed è anche questa la politica dell’UE, che chiama questo programma crescita verde, Green New Deal. Quindi l’idea è: tutto resta come prima, con l’unica differenza che ora si guida con un’auto elettrica e non più con un motore a combustione. […] Ciò che si fa in realtà è affidarsi a una soluzione puramente tecnica. E in definitiva, l’idea è quella di convertire interi settori, l’intera economia, tutto all’elettricità verde, perché solo l’elettricità verde può essere prodotta in modo climaticamente neutro. Si dice che in ultima analisi tutto dipenda dall’energia eolica e da quella solare. [..]
Minuto 10:38
Der Wind weht nicht immer und die Sonne scheint auch nicht immer. Man muss das sich so vorstellen, dass im Winter nur ein Achtel der Sonnenenergie ankommt, die wir im Sommer haben. Also extreme Schwankung. Da bleibt nur eins: man muss diese Ökoenergie speichern, wenn es viel davon gibt. So und dann wird es aber wirklich aufwendig. Es gibt im Kern nur zwei möglichen Speichertechnologien. Das eine sind Batterien und das andere ist Wasserstoff. [..] Das Zentrale, was ich Ihnen mitgeben will, ist: Diese Speichertechnologien sind teuer, nicht billig. Sie sind alternativlos, aber sie sind teuer! So und daraus folgt etwas, das man sich in aller Härte klar machen muss: Ökoenergie wird immer knapper und teurer sein. Das ist nicht etwas, was im Überfluss zur Verfügung steht. Im Überfluss gab es nur die Fossilenergie, als Kohle, Öl und Gas. So, und wenn man das verstanden hat, dass die Ökoenergie immer knapp bleiben wird, danni st klar, dass es das grüne Wachstum nie geben wird. Sondern, das, was wir hier haben werden, ist grünes Schrumpfen. So, das ist nicht die Rückkehr in die Steinzeit. Das ist die offene Angst, die ich mitbekommen, dass die Leute denken, sie müssen wieder in Höhlen leben. So schlimm kommt’s nicht. Aber grünes Schrumpfen lässt sich nicht verbinden mit dem Kapitalismus. Denn das ist ein System (das habe ich Ihnen schon erklärt), das Wachstum braucht. Das heißt, wir müssen raus aus dem Kapitalismus.
Il vento non soffia sempre e il sole non splende sempre. Basti pensare che in inverno arriva solo un ottavo dell’energia solare di cui disponiamo in estate. Quindi fluttuazione estrema. C’è una sola possibilità: dobbiamo immagazzinare questa energia verde quando è disponibile in grandi quantità. E poi la situazione si complica davvero. Fondamentalmente, le tecnologie di stoccaggio possibili sono solo due. Una sono le batterie, l’altra è l’idrogeno. [..] La cosa principale che voglio dirvi è: queste tecnologie di stoccaggio sono costose, non economiche. Sono senza alternative, ma sono costose! Ciò porta a un punto che deve essere assolutamente chiaro: l’energia verde diventerà sempre più scarsa e costosa. Non è una cosa che si trova in abbondanza. L’unica energia disponibile in abbondanza era quella dei combustibili fossili, come carbone, petrolio e gas. Quindi, una volta compreso che l’energia verde sarà sempre scarsa, è chiaro che la crescita verde non si sarà mai. Piuttosto, quello che avremo qui è un’atrofizzazione verde. Non si tratta di un ritorno all’età della pietra. Questa è la paura evidente che vedo, che le persone pensino di dover tornare a vivere nelle caverne. Non finirà poi così male. Ma il ridimensionamento ecologico non può essere conciliato con il capitalismo. Perché questo è un sistema (ve l’ho già spiegato) che ha bisogno di crescita. Ciò significa che dobbiamo uscire dal capitalismo.
Minuto 13:00
Sie [die Ökoenergie] wir nicht reichen fürs Flugzeug, und zwar gar nicht. Egal ob es Kurzstreckenflüge oder Langstreckenflüge sind. Wenn wir wirklich klimaneutral werden wollen, dann ist es mit dem Fliegen vorbei. [..]
Lei [l’energia verde] non sarà sufficiente per l’aereo, per niente. Non importa se si tratta di voli a corto o lungo raggio. Se vogliamo davvero raggiungere la neutralità climatica, allora non potremo più volare. [..]
Minuto 13:30
Aus meiner Sicht wird die Ökoenergie auch nicht für die privaten Autos reichen. Das E-Auto ist aus meiner Sicht eine Sackgasse. Das ist nicht das Ende der Mobilität: man kann auch Bus fahren.
A mio parere, l’energia verde non sarà sufficiente nemmeno per le auto private. Secondo me l’auto elettrica è un vicolo cieco. Ma la mobilità non finisce qui: si può anche prendere l’autobus.
Minuto 15:01
Aber wenn man erstmal schrumpft, dann braucht man auch andere Branchen nicht mehr. Man braucht keine PR-Agenturen, keine Messelogistiker, keine Grafikdesigner. Das sind alle Breiche, die dann überflüssig sind.
Ma una volta che ti rimpicciolisci, non hai più bisogno di altri settori. Non hai bisogno di agenzie di pubbliche relazioni, di specialisti della logistica fieristica o di grafici. Questi sono tutti gli ambiti che risultano superflui.
Minuto 15:25 – Per favore, prestate attenzione!
Man muss sich klar machen, dass Klimaschutz den totalen Umbau bedeutet. Da bleibt kein Stein auf dem anderen. Millionen von Menschen brauchen dann neue Arbeitsplätze. Das wird doch kein Problem sein: es wird auch neue Arbeit geben. Der Klimaschutz selbst wir schon enorme Mengen an Arbeit verursachen. Ein Windrad lässt sich nicht von sebst aufbauen. [..] Nur dann gibt es wieder ein Missverständnis, das sehr häufig ist, nämlich, dass die Leute denken: OK, dann habe ich hier Arbeit, und dann habe ich das gleiche Einkommen wir jetzt. Ne, man hat Arbeit, aber eben nicht das gleiche Einkommen, weil das gar nicht die gleichen Mengen an Gütern gibt, die man noch konsumieren kann.
È importante comprendere che la protezione del clima implica una trasformazione totale. Non resterà più neanche una pietra sopra l’altra. Milioni di persone avranno quindi bisogno di nuovi posti di lavoro. Questo non sarà un problema: ci saranno anche nuovi lavori. La protezione del clima stessa comporterà già un lavoro enorme. Una turbina eolica non può costruirsi da sola. [..] Ma poi c’è un altro equivoco che è molto comune, vale a dire che la gente pensa: OK, allora avrò un lavoro qui, e quindi avrò lo stesso reddito di adesso. No, avrai un lavoro, ma non avrai lo stesso reddito perché non ci saranno le stesse quantità di beni che potrai consumare.
Riflettiamo per un attimo sul fatto, che tra i fautori della svolta verde e della cosiddetta sharing economy (economia di condivisione, senza proprietà privata) troviamo la fondazione Rosa Luxemburg (Rosa-Luxemburg-Stiftung), che prende il nome dalla leader dei comunisti-spartachisti tedeschi del primo dopoguerra.
Riassumiamo.
La dottrina vera dei verdi è:
- abolire il capitalismo, inteso anche come mera economia di mercato
- abolire la proprietà privata
- abolire la crescita, anche la cosiddetta crescita verde
- introdurre e imporre la recessione, la crescita negativa
- introdurre l’impoverimento delle masse.
Il tutto sarebbe, ovviamente, senza alternative.
L’unica differenza tra i verdi in senso stretto e i verdi in senso lato – ovvero socialisti e pseudocentristi – è il metodo, per arrivare alla DITTATURA NEOMARXISTA GRETINA, ovvero alla realizzazione del Manifesto di Ventotene in salsa verde.
Carola Rackete o questa Ulrike Herrmann vorrebbero chiudere subito tutto, fregandosene altamente di tutte le ripercussioni negative economiche e sociali: crollo di interi settori, disoccupazione di massa ecc.
Katharina Barley (SPD e Socialisti Europei) o Ursula von der Leyen (CDU e PPE) puntano invece su un cambiamento più graduale, una cosiddetta “tattica del salame”, tagliato a fette fini. Questo potrebbe portare, per esempio, a procrastinare di qualche anno il termine della cosiddetta neutralità climatica.
Il risultato è lo stesso: il gretinismo porta solamente alla povertà e al comunismo verde, una distopia nella quale dovremo rinunciare a tutto e vivere in appartamenti (rigorosamente uguali) di massimo 10 m² a persona, senza libera mobilità individuale.
Perderemo tutto, non avremo diritto a possedere niente, ma riceveremo una sorta di “reddito di cittadinanza” o – per chi lavorerà alla costruzione dei nuovi mulini a vento del terzo millennio – un salario da fame, per pagare affitti altissimi e mobilità pubblica scarsa.
Ovviamente, la scarsità dell’energia limiterà ulteriormente i media e i social media, incrementando, di fatto, la censura woke già esistente.
Tutto questo non ha nulla a che fare con il progresso, anche se i propugnatori di quella porcata distopica si autodefiniscono “progressisti”. È solo comunismo in salsa verde gretina.
Ricordiamoci che il comunismo – in qualunque sua forma – si basa su due principi: scarsità e controllo.
IL VERDE È IL NUOVO ROSSO! GRENN IS THE NEW RED!
Fonti:
Giorgia Meloni cita il Manifesto di Ventotene
Ulrike Herrmann vuole il comunismo tecnocratico verde