Oltre ad essere una riforma che penalizza profondamente la nostra Nazione il Mes mette a rischio la stabilità delle banche italiane, e quindi penalizza i risparmiatori italiani.
Il Mes infatti minaccia la stabilità patrimoniale delle banche italiane, esponendole al rischio di dover tagliare dai propri patrimoni una quota dei titoli di debito dello Stato italiano presenti in portafoglio.
Una preoccupazione ancora più accentuata dalla nota ambizione della Germania di introdurre nell’Unione bancaria un limite massimo di titoli pubblici detenibili dalle banche, al quale vincolare la clausola di garanzia comune.
Tutto questo potrebbe avere delle significative ricadute sui risparmiatori: la riforma del Mes potrà colpirli da diverse direzioni: svalutando gli investimenti in titoli pubblici, aumentando il peso degli interessi sul debito pubblico e quindi sulla pressione fiscale, ma soprattutto creando gli antefatti e le premesse di una nuova grande crisi patrimoniale per le banche italiane, con annessa catena di ristrutturazioni e fallimenti destinati ad un impatto devastante per titolari di azioni, obbligazioni e conti correnti.
Quindi alla fine, non solo in questi anni non si è preso nessun provvedimento a tutela dei risparmiatori, ma addirittura si creano nuove premesse per altri disastri bancari con conseguenti azzeramenti per i risparmiatori.
La Verità è che il Mes non è affatto un Fondo salva stati, ma un Istituto finanziario di natura privatistica, molto simile a una banca, che eroga crediti con regole che escludono pregiudizialmente l’Italia dalla platea dei Paesi che possono essere aiutati senza particolari problemi e/o condizioni capestro, nonostante il contributo che assicuriamo per il suo funzionamento sia pari a 14,3 miliardi.
Il Mes é inoltre, fin dalla sua nascita, l’ennesima sovrastruttura comunitaria sottratta al controllo democratico degli elettori europei, visto che nessuno dei suoi vertici è nominato dal Parlamento europeo.
Insomma si tratta di un regolamento ostile alla nostra nazione anzi, decisamente contro l’Italia. Per questo l’Associazione Vittime del Salvabanche organizza un presidio nei pressi del parlamento per mercoledì 11 dicembre, in occasione della relazione delle comunicazioni che il presidente Conte renderà alla Camera e al Senato riguardo il fondo salva stati.
Sarà un’occasione per mobilitarsi e protestare anche contro i ritardi nelle procedure di liquidazioni dei rimborsi provenienti dal Fir (Fondo indennizzo risparmiatori) spettanti ai risparmiatori truffati dalle banche.