Il metodo Report è tutto da ridere. Video verit-AI

L’altro giorno, un po’ per sfizio, un po’ per divertimento, un po’ per inseguire i cattivi maestri e quindi solleticare i più reconditi e cinici istinti, abbiamo realizzato un breve video con l’intelligenza artificiale. L’idea, tra grasse risate, era quella di ironizzare sul grottesco “metodo Report”, quello che Ranucci e il sussiegoso circo mediatico della sinistra spacciano per fulgido esempio di giornalismo d’inchiesta.

Quel “metodo”, di cui Report fa uso e abuso, prevede l’intervista a una persona che resta anonima, con voce e volto travisati, di cui non si sa nulla (e quel poco che della persona viene fatto sapere non ha alcuna controprova, trattandosi appunto di un anonimo), il cui unico interesse è quello di gettare fango sui bersagli che di volta in volta vengono individuati da Ranucci e dai suoi collaboratori.

Anche noi ci siamo quindi cimentati con il “metodo Report”, costruendo “un’inchiesta” grottesca, talmente evidente nella sua grossolanità che qualcuno avrebbe anche potuto darle credito, se non avessimo per tempo dichiarato tutto il dichiarabile. E abbiamo quasi raggiunto l’originale.

Quasi, perché abbiamo in realtà svelato la nostra fonte, che non è quindi rimasta anonima: si tratta dell’intelligenza artificiale, che a ben vedere più anonima di così si muore…
Quasi, perché abbiamo detto fin da subito che il contenuto del video era frutto di una “chiacchierata” con ChatGPT.

Che poi ChatGPT sia un ottimo interlocutore, spesso molto più credibile di tanti testimoni anonimi che appaiono in talune trasmissioni televisive spacciate per giornalismo d’inchiesta, è altra cosa – sfiziosa e interessante al tempo stesso – che però dovrebbe essere affare più di chi ha la responsabilità di quelle trasmissioni che nostro…

Quasi, perché sentire un testimone che dice di aver più volte visto Ranucci rovistare tra i bidoni della spazzatura per trafugare avidamente gli avanzi del McDonald’s è così poco credibile che, per renderlo un po’ più veritiero, siamo dovuti entrare nei particolari: patatine, panini ancora caldi, addirittura cannucce usate… il nostro testimone ha visto tutto, un po’ come quelli del “metodo”…

Ovviamente, come da prassi, abbiamo concesso il diritto di replica, smentita, risata, e aspettiamo fiduciosi che la scelta di Ranucci e del McDonald’s ci venga comunicata.
Ma perché poi tutta questa acredine nei confronti del “metodo Report”? Basta che chi è chiamato in causa smentisca, ribadendo che le accuse anonime lasciano il tempo che trovano, e tutto sarà catalogato come bolla di sapone.

E invece no, non è proprio così… Le obiezioni degli accusati vengono respinte al mittente, il giornalismo d’inchiesta è sacro e, ancor più del giornalismo d’inchiesta, lo sono le fonti, che devono essere preservate come gronchi rosa: introvabili e anonime, una sorta di Diabolik in sedicesimi, un eroe mascherato di tutto punto, mica un millantatore… o peggio un poveraccio che, per pochi attimi di falsa notorietà (non oseremmo mai dire per pochi spiccioli), è disposto a raccontare di tutto e di più, magari con un copione che Scorsese – spostati, che non sei nessuno – avrebbe voluto dirigere.

Mammamia che tirata… sembra veramente una rivelazione anonima…

Non è difficile immaginare che, seguendo questa logica, qualsiasi cosa abbia o potrebbe avere fondamento. Per dirla con il gergo del calciobalilla, vale il gancio, vale il passetto, vale la girella, vale tutto. Ecco, così vale tutto!

E mica bisogna essere giornalisti d’inchiesta, quelli veri, per fare scoop clamorosi. Bastano un tesserino (poi chissà se serva veramente) e un po’ di spregiudicatezza. Basta, in due parole, il “metodo Report”. Si lanciano accuse trincerandosi dietro la fonte anonima, con la scusa/pretesa di non voler o poter rivelare la fonte. Noi siamo andati oltre e abbiamo svelato la fonte: l’intelligenza artificiale.

Che poi, ribadiamo, l’immagine grottesca che scaturisce dal nostro video non è poi molto meno credibile di alcune inchieste o presunte tali andate in onda in ossequio al metodo…

In questo modo siamo tutti, o quasi tutti, possibili bersagli. A partire da chi il metodo e la macchina del fango li utilizza senza sprezzo del pericolo. Com’era quella storia del puro che epurava uno alla volta gli impuri fino ad essere a sua volta epurato da uno più puro (o che si considerava tale) di lui? Mica è un’invenzione di ora, è una cosa che risale a Nenni. Ora contestatelo, dai…

Al di là di tutto, il metodo della fonte anonima e non verificabile è repellente ed estremamente pericoloso. Non è dignitoso per la persona che ne fa uso, non è dignitoso per il giornalismo d’inchiesta, quello vero. Ma se la dignità viene meno, tutto diventa possibile.

E così, quando la macchina del fango parte, non c’è ombrello che tenga. Ma nemmeno impermeabile o scafandro: gli schizzi prima o poi arrivano. Solo che, come per la purezza, non sempre ci si trova dalla parte posteriore del ventilatore. Quando poi si è davanti, però, spesso è troppo tardi per ripararsi. Ma soprattutto per comprendere…

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