Nella giornata di venerdì in Parlamento si è discusso il Decreto Legge 34/2020, recante “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da Covid – 19”.
Mentre il Paese annaspa, vittima di provvedimenti economicamente fallimentari (bonus monopattino anziché incentivi all’automotive; bonus babysitter assegnabile ai nonni anziché solamente ai giovani…), i nostri eroici parlamentari avranno deciso, finalmente, di pensare alle cose serie, a delle misure urgenti per salvare la Patria.
Bravi, bene, bis. Finalmente.
Anzi, no. Fermi tutti.
Perchè si alza subito, dai banchi della maggioranza, il deputato del Movimento 5 Stelle Marialuisa Faro. Sicuramente, poiché appartiene al fu Movimento del popolo, avrà da porre una considerazione oggettivamente inoppugnabile a difesa dei cittadini, di quel diritto alla salute e al lavoro che spetta loro.
Brava, bravissima.
Ed è così che si alza, afferra il microfono ed esordisce: “Devo far notare una cosa…”.
Sicuramente dovrà fare un’arringa a difesa del popolo. Bravissima.
“…devo segnalare che oggi non ci è stato garantito il servizio di ristorazione. Chiedo, pertanto, alla presidenza della Commissione di rappresentare al Presidente della Camera e al Collegio dei deputati Questori la necessità che tale servizio sia assicurato nelle prossime giornate festive nelle quali saranno previsti i lavori della Commissione”.
Fine. Discorso esaurito. Null’altro da segnalare.
Ed è così, in un mix di inquietudine ed incredulità, che si conclude il primo intervento della giornata della Commissione. Lasciando tutti sbigottiti sulle reali necessità del Paese.
Perchè forse il problema è il nostro, di noi che circondiamo il lavoro nelle aule parlamentari di un’aurea di sacralità, per cui la politica è e deve essere servizio, decoro e dignità. Forse sopravvalutiamo il modo in cui alcuni parvenu della politica interpretino il mandato assegnatogli dal popolo.
Quello stesso popolo che, con molto spirito pratico, senza quei 15mila euro mensili lordi a disposizione, sarebbe andato dal paninaro più vicino, avrebbe acquistato un bel filoncino con dentro la mortadella e lo avrebbe addentato con sommo piacere.
D’altronde, non possiamo aspettarci questo da chi, una volta popolo, ora è diventato casta. I gusti evolvono e le priorità mutano.
Di sicuro, l’appetito aumenta.