Il PD di Schlein: un epic fail che non governerà mai

C’era una volta un Partito Democratico che sognava di tornare a Palazzo Chigi, di dare una spallata al centrodestra di Giorgia Meloni e di riprendersi il cuore degli italiani. Ma sotto la guida di Elly Schlein, quel sogno è diventato un disastro totale: un party spaccato in due, isolato da tutti e che non ha la minima chance di essere un’alternativa credibile. Il caos sul riarmo europeo e l’inseguimento flop del M5S di Giuseppe Conte sono solo la punta dell’iceberg di un party che non sa più chi essere. Questo PD, un “gigante solitario” con i piedi d’argilla, sembra il Partito Comunista Italiano della Prima Repubblica: tanti voti, zero possibilità di governare. Preparatevi a un viaggio nel disastro politico del PD: un epic fail che non ha speranze di rialzarsi.

La spaccatura sul riarmo europeo: un partito che si fa a pezzi sotto gli occhi dell’Europa

Il 12 marzo 2025, il PD si è spaccato in due al Parlamento Europeo, durante il voto su una risoluzione che accoglieva con favore il piano “Rearm Europe” di Ursula von der Leyen. Schlein, insieme alla sua ala sinistra, ha spinto per l’astensione, definendo il piano un “riarmo dei singoli Stati” che non porta a una vera difesa comune, come ha ribadito in un’intervista a la Repubblica. Ma 10 europarlamentari dem, tra cui big come Stefano Bonaccini, Pina Picierno e Giorgio Gori, hanno votato a favore, seguendo la linea dei Socialisti europei e ignorando la segretaria, come racconta Linkiesta. Un disastro totale: il PD non riesce a parlare con una voce sola su un tema tosto come la sicurezza europea, e Schlein si ritrova isolata, sia in Europa che dentro il suo stesso party.

Non è un caso isolato. La linea di Schlein sul riarmo ha scatenato critiche pesanti da parte di figure storiche del PD. Romano Prodi ha definito il piano di von der Leyen “un primo passo necessario” verso una difesa comune, sottolineando che “se avessimo avuto l’esercito europeo, la Russia non avrebbe attaccato l’Ucraina”, come riportato dal Corriere della Sera. Anche Paolo Gentiloni ha appoggiato il piano, dicendo che “un conto è dire che va migliorato, un conto è dire che l’Europa è bellicista”, come scrive il manifesto. Schlein, però, tira dritto: “All’Europa serve la difesa comune, non la corsa al riarmo dei singoli Stati”, ha ribadito a la Repubblica. Ma con metà del party che le volta le spalle, sembra più una che improvvisa sul palco piuttosto che una leader con il controllo.

L’inseguimento del M5S: una mossa da rookie che lascia il PD solo e senza vibe

Schlein, da quando ha preso il timone del PD nel marzo 2023, ha deciso di correre dietro al M5S, inseguendo posizioni massimaliste per rubare voti a sinistra. Ma questa mossa, che qualcuno potrebbe chiamare “geniale” e noi preferiamo definire un disastro da principiante, si è rivelata un boomerang totale. Sul riarmo europeo, Schlein si è allineata a Conte, che ha definito il piano di von der Leyen “una logica folle”, organizzando persino un flash mob a Strasburgo con cartelli tipo “basta soldi per le armi”, come racconta La Stampa. Ma questo inseguimento ha solo messo in luce quanto il PD sia un casino: i riformisti, come Bonaccini e Picierno, non ne vogliono sapere di posizioni che sanno di pacifismo estremo, mentre Schlein cerca di tenere il filo con il M5S per non perdere terreno a sinistra.

Non è la prima volta che Schlein prova a copiare Conte. Nel 2023, ha attaccato il Jobs Act di Matteo Renzi, definendolo un disastro per giovani e donne, come scrive il The Guardian, una mossa che ha fatto arrabbiare i riformisti del PD, già orfani di Renzi e poco felici di vedere il party trasformarsi in un meme di sinistra. Non contenta, ha pure proposto di estendere il Reddito di Cittadinanza ai migranti, rompendo con la linea “solo per italiani” del M5S, come racconta Dazed. E tutto questo per cosa? I riformisti hanno accusato Schlein di voler fare del PD una copia sbiadita del M5S, mentre Conte, con un sorrisetto da “io sono meglio”, ha continuato a trattare il PD come un alleato di serie B, mai degno di un’alleanza vera, come sottolinea il New Statesman. Sul conflitto in Ucraina, Schlein ha provato a fare l’equilibrista: sì al diritto dell’Ucraina di difendersi, ma con un’enfasi sulla diplomazia che sembra uscita da un film anni ’70, come ha detto a La7. Una posizione che ha fatto storcere il naso all’ala atlantista del party, come scrive Politico, e che ha lasciato il PD in un limbo: né con la NATO, né con i pacifisti, ma in un nulla di fatto che non convince nessuno.

E tutto questo per cosa? Il PD è diventato un “gigante solitario”, come scrive il Sole 24 Ore, incapace di costruire un’alleanza stabile con il M5S e isolato nel panorama politico. Secondo un sondaggio Ipsos, il PD è sceso al 22,1%, perdendo oltre un punto in un mese, mentre il M5S è salito al 13,8%. Schlein ha sacrificato l’unità del party per un’alleanza che non esiste, lasciando il PD a fare la figura del tipo che ci prova con qualcuno che non lo considera nemmeno. Una mossa da rookie che ha trasformato il PD in un party di protesta, incapace di mettere insieme un blocco di centrosinistra e destinato a restare nell’ombra del centrodestra.

Un party senza credibilità: la perdita di moderati ed élite

La linea di Schlein non ha solo isolato il PD, ma ha pure distrutto la sua credibilità come forza di governo, mandando in tilt sia l’elettorato moderato che le élite economiche e internazionali. I moderati, quelli che decidono chi vince le elezioni, non ci capiscono più niente con Schlein: un sondaggio SWG dice che il 30% degli italiani non vuole il riarmo europeo, ma il PD non è riuscito a cavalcare l’onda, lasciando spazio al M5S. Schlein, con la sua linea “né carne né pesce”, ha fatto perdere al PD ogni appeal per i moderati, che preferiscono la chiarezza—anche se estrema—di Conte o Salvini. E così, mentre il PD balbetta, il centrodestra di Meloni continua a spadroneggiare nei sondaggi, with FdI stabile al 28-30%, come scrive YouTrend.

Le élite economiche e internazionali, poi, guardano al PD con un misto di sconcerto e disprezzo. Romano Prodi e Paolo Gentiloni, come già detto, hanno appoggiato il piano di von der Leyen, mentre Schlein insiste nel dire no, isolando il PD anche nel Partito Socialista Europeo, come sottolinea Linkiesta. Persino Joseph Stiglitz, economista che Schlein e Conte adorano, ha detto sì al riarmo europeo, come racconta Il Post, mettendo in luce quanto il PD sia fuori strada: si oppone a un piano che persino i suoi idoli appoggiano. E così, mentre il PD di una volta era il party dei salotti europei e delle stanze dei bottoni, oggi è un’ombra di sé stesso, un party che non piace né ai moderati né alle élite, né agli elettori né ai partner internazionali. Schlein ha trasformato il PD in un’entità che vuole essere tutto—di sinistra, pacifista, ecologista—ma finisce per non essere niente, un guscio vuoto che non dà fiducia a nessuno.

Sembra il vecchio Partito Comunista

Questo PD sembra il PCI della Prima Repubblica: un “gigante” elettorale, ma incapace di governare. Il PCI, con il 34,4% nel 1976, era il re dell’opposizione, ma la “conventio ad excludendum” e la Guerra Fredda lo tenevano fuori dal potere. Il PD di Schlein, con il 24,1% alle europee 2024 e punte del 28-30% nei sondaggi, come scrive YouTrend, è il primo party di opposizione, ma le sue divisioni interne e l’isolamento politico lo rendono un “gigante dai piedi d’argilla”. Il PCI aveva un radicamento pazzesco e una coerenza ideologica che gli davano una base solida, anche se non bastava per governare. Il PD di oggi, invece, ha perso ogni appeal tra i moderati e la credibilità presso le élite internazionali.

La differenza più grande sta nel contesto: il PCI era bloccato da fattori esterni, come la Guerra Fredda e il dominio della DC, mentre il PD di Schlein si autodistrugge con scelte interne da facepalm. Il PCI non poteva governare perché il sistema non lo permetteva; il PD non ci riesce perché non sa chi essere. Schlein ha provato a trasformare il PD in una forza di protesta, un po’ come il PCI delle piazze, ma senza lo stesso carisma e senza un’identità chiara. Il risultato è un party che raccoglie voti, ma non sa trasformarli in potere, un eterno secondo che guarda il centrodestra governare mentre si perde nei suoi litigi interni.

E quindi? Un PD che non governerà mai

Il PD di Elly Schlein, spaccato in due e isolato dalla sua linea massimalista, non ha speranze di governare. La figuraccia sul riarmo europeo, l’inseguimento flop del M5S, la perdita di moderati ed élite, e il parallelo con il PCI dimostrano che questo party, pur forte nei numeri, non ha la stoffa per guidare il Paese. Schlein ha trasformato il PD in un “gigante solitario” con i piedi d’argilla, un party di protesta che non sa costruire un’alternativa. Mentre il centrodestra di Meloni governa con stabilità, il PD si condanna all’irrilevanza, destinato a restare all’opposizione per anni a venire, un eterno spettatore di un’Italia che va avanti senza di lui. E gli italiani, che vogliono un governo forte e non un circo di litigi, lo sanno bene: questo PD non è la risposta, e forse non lo sarà mai.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.
Nico De Luca
Nico De Luca
Nico De Luca, 32 anni, italo-americano doc. Nato a Staten Island da genitori italiani, ha studiato giornalismo e ora vive tra New York e Roma. Quando non è a caccia di scoop, lo trovi a mangiare pizza.

1 commento

  1. APPROFONDISCA l’ITALIANO,dott. Nico de Luca!
    Ho letto con interesse il suo articolo nel quale
    viene usata più volte la parola “party”: in italiano significa
    festicciola privata; in inglese significa Partito.
    Complimenti comunque.
    Con riferimento al contenuto dell’articolo,credo che
    l’esperimento del post Comunismo in italia stia giungendo al
    capolinea.Non sarà però Elly Schlein il Capitano che condurrà
    la vecchia imbarcazione nell’ultimo viaggio verso i cantieri
    di demolizione: attendiamo pazientemente che in questa area
    politica si affaccino persone nuove con idee nuove.
    Quando ciò accadrà ne beneficeremo tutti.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Leggi anche

Articoli correlati