La macchina della diplomazia internazionale procede a ritmo sempre più sostenuto per cercare di stare al passo con l’incessante susseguirsi degli eventi delle ultime settimane.
Tutti finalizzati ad un solo e unico scopo: porre fine alle ostilità tra Russia e Ucraina, e di conseguenza anche alle tensioni tra Unione Europea e Stati Uniti.
Ed è così che dopo l’incontro informale all’Eliseo di due settimane fa, si arriva oggi a Londra, con Starmer che ha deciso di entrare in gioco riunendo intorno al tavolo 18 paesi più i vertici dell’Ue e Nato insieme a Volodymyr Zelenskyj, nella speranza di essere più risolutivo e produttivo rispetto a Parigi.
Starmer e Zelensky: i due bilaterali di fuoco di Giorgia Meloni
Di certo per l’Italia questa prima domenica di marzo si è rivelata molto proficua sotto un punto di vista dei rapporti bilaterali, dal momento che il Presidente del Consiglio italiano ha incontrato faccia a faccia non solo il Primo Ministro del Regno Unito Keir Starmer, ma anche il Presidente ucraino Vilodymyr Zelensky.
Con l’omologo inglese Meloni ha puntato, ovviamente, al conflitto in Ucraina, premendo l’acceleratore sull’importanza di mantenere l’unità euroatlantica.
In subordine, i due leader hanno colto l’occasione per discutere di altri temi caldi come il contrasto alla migrazione irregolare e alla lotta alla tratta degli esseri umani, ma anche di energia, di promozione degli investimenti e di cooperazione nel settore della difesa.
Mentre in occasione dei colloqui con Zelensky, il premier ha tenuto a ribadire il sostegno dell’Italia all’Ucraina e al suo popolo, oltre l’impegno, insieme ai partner europei, occidentali e agli Stati Uniti, di costruire “una pace giusta e duratura, che assicuri un futuro di sovranità, sicurezza e libertà all’Ucraina.”
Un obiettivo che sebbene sia oramai chiaro da oltre tre anni, in questo preciso frangente storico, è più che doveroso ripetere, per ben delineare quali sono i confini entro cui si stanno svolgendo i negoziati, che non prevedono né l’esclusione di alcun attore al di là e al di qua dell’Oceano né tantomeno irragionevoli compromessi per arrivare ad una tregua definitiva.
La strategia italiana mira al coinvolgimento unitario di tutti gli alleati occidentali
L’Italia si è presentata a Downing Street con le idee chiare e una strategia ben definita, in cui le parole d’ordine sono equilibrio ed unità.
“È necessario un immediato vertice tra Stati Uniti, Stati europei e alleati per parlare in modo franco di come intendiamo affrontare le grandi sfide di oggi, a partire dall’Ucraina. È la proposta che l’Italia intende fare ai suoi partner nelle prossime ore”, ha infatti dichiarato Giorgia Meloni. Una proposta, questa, che pare essere la più lucida e coerente, e che di fatto porterebbe ad evitare quella divisione dell’Occidente che “ci rende tutti più deboli e favorisce chi vorrebbe vedere il declino della nostra civiltà”.
In breve, da soli non si va da nessuna parte. E, data la gravità del momento, è necessario agire qui e ora per ottenere quella pace “equa e duratura” in grado di assicurare le dovute garanzie di sicurezza all’Ucraina, come la stessa Meloni ha ribadito più volte nel corso di questi anni e nella stessa giornata di oggi.
Nella strategia italiana, ovviamente, un ruolo decisivo lo gioca poi il rapporto diretto- e potremmo dire privilegiato- che il nostro premier ha con Donald Trump, e che potrebbe davvero essere risolutivo per ricucire lo strappo tra i due poli americano-europeo. Tanto che proprio in vista del vertice odierno i due si sono sentiti telefonicamente, forse anche con l’intenzione da parte italiana di mettere sul tavolo una qualche ‘disponibilità’ al dialogo del tycoon.
Quella dell’Italia è di certo una posizione non comoda, ma che il nostro Paese ha dimostrato di saper mantenere, grazie anche e soprattutto ad una Giorgia Meloni che sta giocando la sua doppia partita tra Usa e Ue con estrema abilità finora.
E dunque se anche gli altri alleati si renderanno finalmente conto che è giunto il momento di porre fine alle ostilità una volta per tutte, il ruolo di mediatore che l’Italia oggi riveste sarà più che fondamentale per arrivare alla pace a Kiev. E quindi, anche in tutto l’Occidente.