Il presidente del Brasile Bolsonaro in Italia. Speranzon (FdI): “Sinistra con la coda di paglia. Condanna per gli scontri di Padova”

Le polemiche sull’arrivo del Presidente del Brasile Jair Bolsonaro prima a Roma e poi ad Anguillara, nel padovano, lasciano contrariato e perplesso il capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio regionale, Raffaele Speranzon: “La sinistra quando vede Bolsonaro perde completamente la testa.
Sarà forse perché il loro amico comunista ed ex presidente Lula ha protetto per anni un terrorista assassino del calibro di Cesare Battisti mentre è proprio con Bolsonaro Presidente che è finalmente arrivata la sua estradizione? Hanno forse la coda di paglia?”. Speranzon sottolinea poi come la storia di Bolsonaro ricalchi in parte la sua e quella di migliaia di famiglie venete: “Come i miei bisnonni, anche quelli di Bolsonaro si trasferirono alla fine del 1800 dalle campagne venete a San Paolo del Brasile, dove il 29 settembre 1900 nacque mio nonno Virginio Speranzon”, ricorda. “Non sono un grande fan di Bolsonaro che non è un esempio di grande coerenza nella politica brasiliana, dato che per molti anni ha fatto parte di partiti di sinistra ed oggi è un indipendente vicino al centro destra su posizioni conservatrici, tuttavia mi fa enorme piacere che un uomo di origini venete sia stato democraticamente eletto alla guida di una delle nazioni più grandi e più importanti del pianeta”.
“È bello che oggi sia venuto ad Anguillara a visitare la terra dei suoi avi, così come è condivisibile la scelta dell’amministrazione del comune padovano di conferirgli la cittadinanza onoraria”, continua Speranzon. “Una visita rovinata però dalle polemiche in paese e dagli scontri violenti del pomeriggio a Padova, scene da condannare senza se e senza ma: gravissimo che oltre a questi soliti estremisti di sinistra, professionisti del disordine che imbrattano muri pubblici con lo sterco e provocano incidenti con le forze dell’ordine, siano scesi nelle piazze anche rappresentanti del PD in Consiglio Regionale, dimostrando in modo preoccupante che evidentemente ancora non hanno digerito l’estradizione del terrorista comunista Battisti. Preferivano forse il leader dei “Proletari armati per il comunismo” libero ed impunito come quando c’era il compagno Lula?”
“A dirla lunga sulla credibilità dei sinistri veneti in materia di democrazia sono i loro stessi comportamenti: se la prendono con Bolsonaro, presidente del Brasile democraticamente eletto” conclude Speranzon “e restano vergognosamente silenti sul “paradiso comunista” di Cuba, dove da oltre 60 anni non avvengono democratiche elezioni”.

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