Per il prestigioso Times, due anni fa, Giorgia Meloni era una delle «stelle nascenti» della politica mondiale. Previsione ampiamente indovinata. Due anni dopo è stato il severo (con l’Italia soprattutto) The Economist a fornire la sua. Se vogliamo, data la fonte, ancora più clamorosa: «Avrà la possibilità di diventare il primo presidente del Consiglio donna in Italia». La stampa anglosassone, con il pragmatismo e la schiettezza sconosciuta a certa informazione “ufficiale” nostrana, lo spiega senza fronzoli ma nemmeno senza allarmismi un tanto al chilo: la leader di Fratelli d’Italia è strutturalmente il personaggio politico di questa stagione. E nessun traguardo, dunque, può esserle precluso.
Di più. Nemmeno l’avvento di un peso massimo come quello Mario Draghi è riuscito a stravolgere la realtà: ossia che in Italia il vento spiri a destra e che qui a giocarsi la partita per la premiership – quando si tornerà al voto – sia proprio Giorgia Meloni. È lei, non a caso, una delle personalità «da tenere d’occhio nel 2022», inserita nel numero speciale “The World Ahead 2022” del settimanale mai stato tenero con il centrodestra italiano: ricordiamo tutti, solo per fare un esempio celebre, la lunghissima campagna contro Silvio Berlusconi considerato dall’allora direttore Bill Emmott «non in grado di governare».
L’opinione, nei confronti del leader di via della Scrofa, è evidentemente diversa. E il percorso della crescita viene raccontato dal settimanale economico londinese esattamente come si è sviluppato: a premiare Fratelli d’Italia in questa legislatura è stata la scelta «di stare alla larga dal potere, opponendosi alla formazione degli ultimi tre governi». Ma questo, si legge, «potrebbe presto cambiare»: FdI infatti «ha quasi quadruplicato il suo sostegno dalle elezioni generali del 2018, superando la Lega fino a diventare il partito più popolare d’Italia». Proprio in questo frangente, sempre secondo l’Economist, Giorgia Meloni avrà «la possibilità di consolidare la sua posizione di capo della destra italiana». Su questo fronte non è sola: «Sarà sfidata dal leader della Lega Matteo Salvini» ma anche per la stampa estera «è ben posizionata per eclissarlo». Tutto questo mentre iniziano le manovre in vista delle elezioni previste per giugno 2023. È lì che avrà la possibilità «di giocarsela e diventare il primo presidente del Consiglio donna in Italia».
Tutto molto lineare: una leadership con un radicamento che affonda le radici nel Msi-An si impone dopo l’implosione del Pdl; cresce assicurando un’opposizione credibile a tre governi nel giro di tre anni; le vittorie nei territori e in Parlamento confermano il trend di popolarità dei sondaggi; la crescita non si ferma dentro i confini nazionali ma la figura di Giorgia Meloni inizia ad affermarsi all’estero: dai meeting più importanti dei Repubblicani americani alla guida dei Conservatori europei; l’operazione editoriale “Io sono Giorgia” testimonia alla fine la presa pure nel ceto medio che intende approfondire la vicenda umana e politica di una leader divenuta pure fenomeno di costume.
Alla luce di tutto questo persino gli austeri inglesi ne hanno preao atto promuovendo la leader di FdI per quello che è: una proposta naturalmente e democraticamente candidata alla guida della Nazione. Senza “pericoli”, “allarmi” e fantasmi da cacciare. E dunque da sbattere in prima pagina. Una lezione di giornalismo “anglosassone” che certa stampa italiana, di solito sempre attenta (ed ossequiosa) agli umori che giungono dall’estero, farebbe bene a recepire. O stavolta, giusto stavolta, farà a meno del “verbo” dell’Economist?
Forza …Giorgia vai avanti e non fermarti,manda a quel paese Letta e company mi raccomando mantieni le promesse fatte in campagna elettorale sopratutto BOLLETTE E CARBURANTE se vuoi fare un bel regalo agli ITALIANI via le accise sui carburanti,istituite nel 1963 dal governo leone , disse per in anno per aiutare la popolazione per il disastro del vaiont ma non fu così da all’ora ogni pisciata di cane anno sempre aumetato le accise persino Berlusconi aumentò le accise per finanziare la cultura e lo spettacolo,abbolizione del bollo auto istituito il 05 febbraio del 1953 dell’ora presidente del consiglio Alcide de Gasperi con la firma dell’allora presidente della Repubblica LUIGI Enaudi nessuna nazione paga quelle tasse ladre, siamo sempre stati governati da governi avvoltoi e sanguisuga
In Italia avere un presidente del consiglio donna è praticamente impossibile, non credo che Giorgia ce la farà. Con le ultime posizioni sull’invio di armi in Ucraina e il sostegno al “leader europeo” Zelenski, la nostra Giorgia si sta mettendo contro anche i suoi fedeli elettori… Mantenere l’Italia neutrale, non imporre sanzioni che penalizzano solo le piccole medie imprese italiane, reintegrare i sanitari sospesi, questa dovrebbe essere la linea di Giorgia e forse potrà farcela ad essere la prima Presidente del Consiglio Donna.
Troppo lontano il 2023, sarà il prossimo anno a decidere le sorti dell’umanità. Non ci sono più “sfumature di grigio” o vinceranno le tenebre o la LUCE! Consiglio a Giorgia di essere più determinata nel contrasto con global-comunisti, con gli ebrei sionisti che guidano il pianeta, perché queste canaglie verranno spazzate via dall’intero Globo.
a mio parere è una scelta di livello superiore: Giogia Meloni lo merita.