Ieri- martedì 26 agosto- Nigel Farage ha ufficialmente alzato il tiro. Il leader di Reform UK ha presentato il suo piano contro l’immigrazione illegale: chiaro, diretto e senza compromessi.
“Se vieni nel Regno Unito illegalmente, verrai trattenuto e poi riportato nel tuo Paese. Fine della storia”, ha dichiarato con fermezza il politico inglese.
I punti chiave del suo progetto riguardano una “massive deportation” di tutti quei richiedenti asilo che arrivano nel territorio nazionale in maniera illecita. In questo senso, si prevede dunque l’arresto immediato al loro arrivo, la detenzione temporanea in basi militari dismesse e infine il rimpatrio forzato entro trenta giorni.
La proposta, ribattezzata “Operation Restoring Justice”, arriva dopo un successo travolgente alle elezioni locali che ha spinto Farage a dichiarare di aver ormai sostituito i Tories come principale forza di opposizione al governo laburista.
E arriva soprattutto in un momento in cui nell’isola si respira un’aria di grande esasperazione di moltissimi cittadini. Le proteste davanti agli hotel che ospitano richiedenti asilo, le Union Jack issate come simbolo di resistenza e gli scontri nelle strade rappresentano infatti un segnale chiaro di una Nazione che non è più disposta a tollerare certe sostenute da gran parte dei laburisti.
“Non siamo lontani da un grande disordine civile”, ha ammonito Farage, ricordando così che oggi il tema dell’immigrazione non è più solo un problema, ma è una vera e propria emergenza nazionale- oltre che continentale.
Un problema che, drammaticamente, incide anche e inevitabilmente su aspetti quali la sicurezza, l’identità culturale, e che porta ad avere una sensazione per cui lo Stato sia ormai ostaggio di minoranze aggressive e di tribunali stranieri.
“Questa non è accoglienza. È un’invasione”, ha proseguito il leader di Reform Uk, enfatizzando con forza che è oramai tempo di porre un limite agli irrefrenabili arrivi dei migranti.
E ha infine voluto chiarire, ponendo una domanda quasi retorica: “Qual è la nostra priorità? La sicurezza della nostra gente o il rispetto di tribunali stranieri?”.
Quello che sta accadendo nel Regno Unito non è solo una proposta politica. È una presa di coscienza. Una trasformazione che segue anche l’esempio di altre potenze, prima di tutte quella italiana.
Ed ecco quindi che il Paese britannico si sta rialzando in piedi dopo anni di politiche deboli, di compromessi al ribasso, di multiculturalismo forzato e di una sinistra che ha barattato l’ordine con il consenso delle minoranze rumorose. Oggi i britannici chiedono risposte. E Farage è al momento uno dei pochi che le sta dando.
Questa svolta a destra, che molti avevano a lungo temuto, ora appare come l’unica strada possibile per evitare il collasso sociale. Perché non si tratta solo di fermare l’immigrazione illegale: si tratta di riprendere il controllo del proprio destino, di tornare padroni in casa propria.