Quello edito da Passaggio al Bosco (2024), scritto dalla Comunità dell’Associazione culturale Fons Perennis, è più di un libro. E’, infatti, un approfondito percorso storico pieno di dettagli e spunti di riflessione dedicato ad una tematica molto particolare, che affonda le sue radici nella tradizione.
Si intitola Il Solstizio. Archetipi ancestrali e riti perenni ed è dedicato a quei “momenti in cui – spiegano gli autori – l’incedere della luce avanza o indietreggia” e proprio per questo “rappresentano i simboli viventi di una lotta interiore ed esteriore per tutti coloro che sentono in sé il richiamo dei principi cosmici che sottendono all’esistenza materiale”.
Come significativamente spiegato nella quarta di copertina, alla base di questo volume c’è l’intenzione di fornire ai lettori “una prospettiva di retaggi culturali antichissimi dalle origini ai nostri giorni, pur senza la pretesa di essere conclusivo”.
Sulla base di tali premesse, la lettura è evidentemente molto interessante, perché collega l’antica Roma, i miti nordici, l’India vedica, il Giappone shintoista alla “parabola del sole calante e crescente” e “del fuoco che ne è simbolo e custode”. Ma non solo: gli autori infatti – ed è questo a nostro avviso il cuore del libro – non trascurano mai il legame dei riti e delle tradizioni esaminate con il “cammino initeriore che accompagna il movimento astronomico ed il succedersi delle stagioni, secondo una visione del mondo ciclica e sferica”.
Il percorso proposto, in altre parole, è senz’altro storico e culturale ma intende essere, anche e forse soprattutto, un suggerimento in qualche modo pratico per quanti intendono accostarsi alla spiritualità, sia nel quotidiano sia nelle date legate ai solstizi. E’ spiegato chiaramente nella quarta di copertina: “il tema centrale di questo volume è che l’esperienza del solstizio è anzitutto concreta e va vissuta fino in fondo, con la giusta preparazione e la giusta attitudine verso il sacro, con l’intento di conoscere sempre più noi stessi, il mondo che ci circonda e le leggi che lo regolano”. Inoltre, scrivono gli autori nelle conclusioni, “il libro può essere uno spunto per orientare esperienze e ricerca verso una spiritualità il più possibile scevra da caricature folkloristiche come anche da inutili appesantimenti macchiettistici”. Il che, in una società come quella contemporanea, è qualcosa di decisamente importante e per nulla scontato.