Il sottosegretario grillino Castelli: Ristoratori in crisi? Cambiate mestiere!

Laura Castelli al tg 2 post commenta la grave situazione dei ristoratori e del settore ospitalità. A margine dell’intervento di un ristoratore di Milano che disegnava una situazione di crisi insostenibile, con un calo dell’80% della clientela, il vice ministro grillino dell’economia ha avuto la geniale idea di dire che in Italia la pandemia avrebbe mutato irreversibilmente il rapporto tra domanda e offerta, dunque se gli italiani non vogliono più andare al ristorante occorre che il governo aiuti chi lavora nella ristorazione ad immaginare di “reinventarsi” in un altro settore, incentivando la creatività.

Non sarebbe dunque colpa dell’esecutivo se le serrande dei ristoranti, delle pizzerie e dei locali non potranno più rialzarsi, non sarebbe colpa della assoluta mancanza di incentivi, delle misure restrittive incomprensibili, della mancanza di tutele e di sistemi di protezione del settore.

Semplicemente è cambiata la domanda e occorre adeguarsi. Sembra la pernacchia che Alberto Sordi nei vitelloni indirizza ai lavoratori, basta sostituire la categoria … “ristoratoriiii, prrrrr…”

In disparte l’approccio teorico assai fantasioso, per cui la pandemia e i due mesi di lockdown avrebbero modificato strutturalmente la domanda di mercato, ci chiediamo se Laura Castelli abbia la minima vaghezza di cosa sia necessario al settore.

Ma la Castelli già da sottosegretario all’economia ci aveva abituato a perle di saggezza infinita, come quando incalzata dalla Gruber e da Sallusti su chi stesse stampando le famigerate tessere per il reddito di cittadinanza balbettó a più riprese di saperlo ma di non volerlo dire “forse il poligrafico dello Stato?” Chiedeva la Gruber … risposta “ffforse”.

Oppure il memorabile confronto con Padoan che sconsolato cercava di spiegare alla sottosegretaria titolare di un caf e con laurea triennale in economia aziendale l’effetto dello spread sui tassi dei mutui “le spiego una cosa, se aumenta lo spread diminuisce il valore capitale degli attivi delle banche e quindi le banche si devono rifare alzando il costo del finanziamento” … risposta “questo lo dice lei”.

Oggi, promossa vice ministro, la Castelli scarica le responsabilità del governo su un fantomatico mutamento della domanda e dell’offerta “ma proprio in termini macroeconomici” (sic!) e così se ne lava le mani, si scrolla di dosso ogni responsabilità e lascia con una delle sue solite lapidarie sortite un intero settore in crisi al vacuo fatalismo grillino che è più disarmante di una qualsiasi teoria sbagliata. Ancora una volta infatti si dà ampiamente prova del fatto che ci troviamo di fronte al vuoto pneumatico, al nulla più desolante e di fronte al nulla è davvero difficile trovare argomentazioni a contrario.

Inutile dunque anche solo tentare di spiegare alla Castelli e al governo Conte, di cui lei rappresenta un importante tassello, quali siano i reali problemi dei ristoratori e del settore ospitalità e quanto incidano sull’economia italiana, e resta immutato l’auspicio che sia lei, in felice compagnia dei suoi colleghi di governo, a cambiare mestiere … unica via per veder rifiorire l’Italia.

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