Il trasporto delle merci in Calabria. Opportunità e sviluppo del territorio con l’aeroporto di Lamezia.

Ma che fatica valorizzare dati e spunti positivi per un territorio che fatica a decollare, in tutti i sensi. Con la nuova Giunta è possibile.

L’ultimo dato disponibile dell’Istituto Nazionale della Statistica sul trasporto delle merci su tutto il territorio nazionale evidenzia più di 900 milioni di tonnellate trasportate su strada (escludendo il dato sui porti e quindi Gioia Tauro e gli aeroporti calabresi). La regione Calabria ha movimentato poco meno di 30 milioni tonnellate merce, pari a circa il 3% del volume nazionale complessivo. L’83% di questa merce, circa 24 M ton, ha avuto origine e destinazione l’interno della nostra regione. Ovvero, quel poco che produciamo lo facciamo girare esclusivamente nei nostri territori. Per l’amore del cielo, stiamo parlando di traffico nazionale ad esclusione quindi del traffico estero, ma tant’è.

La quota restante, pari al 17%, di merce movimentata su strada viene:

  • esportata verso altre regioni italiane per un totale di 1,3 milioni di tonnellate, di cui le prime quattro regioni Puglia, Campania, Basilicata ed Umbria ne assorbono circa il 44%;
  • importata dalle altre regioni italiane per un volume di 3,7 milioni di tonnellate merce di cui il 77% circa proviene da sole quattro regioni (Campania, Puglia, Basilicata e Sicilia)

Ma la domanda che pongo è la seguente: qual è la tipologia prevalente di merce movimenta in Calabria all’interno del territorio per l’83% ed all’esterno della regione per il 17%? Presto detto.

L’analisi incrociata dei dati con le diverse tipologie di classi merceologiche evidenzia una netta predominanza (ben 77%) del gruppo di merci “minerali metalliferi, altri prodotti delle miniere, manufatti in metallo,  materiali da costruzione, prodotti ceramici”, per un volume complessivo di 20 milioni di tonnellate. Al secondo posto, con il 12% del volume totale, troviamo la classe merceologica “materie prime secondarie, rifiuti urbani e altri rifiuti, altre merci”, con un totale di 3 milioni di tonnellate. Il resto delle merci movimentate si disperde nelle restanti sei classi merceologiche.

Questo è il quadro delle merci trasportate su strada, francamente non brillante.

Ma rimangono ancora due macro tipologie di spostamenti da analizzare: il trasporto marittimo (intermodale con il ferroviario) nel porto di Gioia Tauro ed il trasporto aereo a Lamezia Terme (tralasciamo Reggio e Crotone per le disavventure dell’ultimo lungo periodo).

Veniamo al porto di Goia Tauro. Dal sito istituzionale di Assoporti, l’associazione che raggruppa i porti italiani, alla pagina relativa ai “Movimenti in principali dei porti italiani al 2016”, si apprende come l’unico dato relativo al porto tirreno si riferisca ai contenitori movimentati nel 2016, pari a 2,8 milioni di TEU, corrispondenti a circa il 6% del volume rilevato dall’Associazione nei porti sul territorio nazionale. Mancano i dati relativi alle merci attinenti alle rinfuse solide e liquidi ed alle merci varie. Con i volumi di TEU si può pensare al transhipment o al trasporto intermodale gomma/ferro in partenza dal porto ma possiamo limitare il porto di Gioia Tauro a soli 3 milioni di teu/anno oppure è pensabile ipotizzare un porto che sia un vero e proprio cancello dell’Europa?

Aeroporto di Lamezia Terme. Un solo numero: 83. Sono le tonnellate di merce movimentate con cargo nei primi 10 mesi del 2017 nello scalo aeroportuale di Lamezia, a fronte di più di 100 mila tonnellate movimentate a livello nazionale. Sulle merci siamo quindi allo 0,08% del volume complessivo nazionale, un dato sconfortevole.

Perché è interessante evidenziare questi aspetti?

Perché nel business del trasporto aereo, il trasporto delle merci sta assumendo un peso crescente, sia per le compagnie aeree sia per le società di gestione degli scali aeroportuali. A seguito della fortissima concorrenza presente nel segmento passeggeri, molto aumentata soprattutto dopo l’ingresso dei servizi low cost, i margini di profitto del cargo sono divenuti decisamente interessanti. Ne è una dimostrazione il fiorire di nuovi progetti rivolti alle merci all’interno degli aeroporti, molti dei quali si sono dotati di spazi dedicati a tale attività con le cosiddette cargo city. Le principali compagnie aeree hanno da tempo costituito al proprio interno una divisione specializzata nelle merci ed in alcuni casi hanno trasformato tale divisione in impresa autonoma dedicata alle attività all-cargo e/o hanno dato vita a raggruppamenti di imprese (come nel caso di Lufthansa).

Senza andare a scomodare il caso di Malpensa, l’aeroporto di Comiso, insieme al Comune, ha avviato un percorso di crescita e coinvolto il Governo dal quale ha avuto l’ok del Ministro Vincenti per puntare allo sviluppo del terminal cargo quale nodo a supporto dell’hub di Malpensa, oggi in forte espansione grazie al prossimo trasferimento di DHL da Bergamo.

Perché non procedere in tal senso anche a Lamezia Terme? I presupposti ci sono tutti, basta avere buona volontà, professionalità ed attendere ovviamente il termine di questa fase emergenziale sanitaria

#andratuttobene

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.
Marco Foti
Marco Foti
Marco Carmine Foti Dirigente Nazionale Dipartimento Trasporti Fratelli d’Italia

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Leggi anche

Articoli correlati