Lo sapevano i pompeiani, ma non ci facevano troppo caso finché il Vesuvio non si decise a dare spettacolo con una incedibile eruzione esplosiva che travolse tutto ciò che trovava sul suo cammino. Oggi, sta accadendo nelle Filippine, e meno male che i tempi sono cambiati, esiste anche da quelle parti una sorta di protezione civile, e sgombrare centinaia di migliaia di persone in tempi ristrettissimi non è più impossibile. In ogni caso, l’istituto di vulcanologia locale ha ricordato al pubblico che la piccola isola dove si trovava il vulcano è una zona di pericolo permanente, sebbene i villaggi di pescatori esistessero lì da anni.
Tutto è accaduto, come al solito, tra lo stupore generale che non dovrebbe esistere. La lava è sgorgata dal vulcano dopo un’improvvisa eruzione di cenere e vapore che ha costretto gli abitanti del villaggio più vicino a fuggire e a chiudere il principale aeroporto, gli uffici e le scuole del paese. Nuvole di cenere sospinte a più di 62 miglia (100 km) l’ora verso il nord del vulcano Taal, rischiano ora di raggiungere la capitale delle Filippine, Manila, e anche qui hanno costretto il principale aeroporto internazionale a chiudere e cancellare più di 500 voli.
Ad ora, non ci sono notizie di vittime o danni gravi causati dall’eruzione che è iniziata domenica.
La polizia ha riferito che già oltre 13.000 abitanti del villaggio sottostante il Taal sono stati trasferiti nei centri di evacuazione nella provincia di Batangas e nella vicina Cavite, ma i funzionari si aspettano anche che il numero sia destinato ad aumentare con l’arrivo di centinaia di migliaia di altri profughi.
È probabile che i numeri di evacuazione siano tanto discordi poiché le autorità locali aiutano gli sfollati prima di informare l’agenzia nazionale che sta raccogliendo i dati. Alcuni residenti non hanno potuto uscire dai villaggi ricoperti di cenere a causa della mancanza di mezzi di trasporto e della scarsa visibilità, mentre altri si stanno rifiutando di lasciare le loro case e le loro fattorie.
“Abbiamo un problema, la nostra gente è in preda al panico a causa del vulcano perché vogliono salvare il loro sostentamento, i loro maiali e le loro mucche”, ha detto alla radio DZMM Wilson Maralit, il sindaco della città di Balete. “Stiamo cercando di impedire loro di tornare nelle case avvertendo che il vulcano può esplodere di nuovo in qualsiasi momento e colpirli.” Maralit, la cui città si trova lungo la costa del Lago Taal, che circonda il vulcano in eruzione, ha fatto appello per il dispiegamento di truppe e polizia aggiuntiva per impedire ai residenti di sgattaiolare di nascosto in aree ad alto rischio. Spesso si tratta di contadini analfabeti, che non capiscono i reali pericoli del momento, convinti che poi polizia ed esercito riescano a sistemare tutto ma nell’attesa immaginano che salvare quel po’ che si possiede sia imprescindibile.
Parecchi aerei bloccati all’aeroporto di Manila potrebbero essere autorizzati a decollare oggi dopo essere stati ripuliti dalla cenere. Le autorità sembrano sicure che si avrà uno spostamento ad est del vento carico dei prodotti della combustione del vulcano, lontano perciò dalla capitale. Intanto, autorità della città di Ed Monreal, in una conferenza stampa, hanno riferito che il locale aeroporto non è stato in grado di accogliere i voli in arrivo fino a quando gli aeromobili bloccati a terra non hanno potuto ripartire liberando i posti di parcheggio. Del resto, anche l’aereo del presidente Rodrigo Duterte ha riportato parecchie ore di ritardo sul piano di volo che lo riportava dalla sua città natale a Manila.
Il vulcano Taal – considerato uno dei più pericolosi al mondo, sia per la sua ubicazione che per la violenza delle sue eruzioni – era stato irrequieto per mesi fino a quando non è tornato in piena attività all’improvviso domenica, facendo esplodere vapore, cenere e ciottoli fino a nove miglia nel cielo, secondo l’Istituto filippino di vulcanologia e sismologia. Lunedì la lava che sgorgava dalle prese d’aria del vulcano era arrivata alle acque del lago che circonda il cratere.
L’agenzia governativa per il monitoraggio dei vulcani ha aumentato il livello di pericolo attorno a Taal di tre misure fino al livello 4, indicando un’imminente e violenta eruzione. Il livello 5, il più alto, indicherebbe che è in corso un’eruzione pericolosa, che potrebbe interessare un’area più ampia delle solite, con zone ad alto rischio che dovrebbero essere liberate dalle persone, come ha affermato Renato Solidum, a capo dell’istituto.
María Antonia Bornas, la principale vulcanologa dell’agenzia, ha detto che Taal ha spruzzato fontane di lava lunedì presto mentre le sue espulsioni di cenere e vapore si sono leggermente rallentate. “È difficile dire quando l’eruzione si fermerà”, ha detto, citando una simile irrequietezza del vulcano negli anni ’70, che allora è durata per circa quattro mesi.
Con il rallentamento delle ricadute di materiale, alcuni residenti hanno iniziato a spalare via la cenere che copriva tutto, dalle case alle automobili e alle strade a Tagaytay, una famosa località turistica dell’altopiano su una cresta che si affaccia sul piccolo ma pittoresco vulcano. Molti ristoranti e caffetterie della città, tuttavia, sono rimasti chiusi. Le autorità hanno continuato a rilevare sciami di terremoti e la leggera inflazione di porzioni del vulcano, e questo ha fatto consigliare ai residenti di rimanere in casa e di indossare maschere e occhiali se dovessero avere la necessità di uscire. Le istituzioni pubbliche, comprese le scuole, in molte città compresa Manila sono state sospese fino a oggi, per evitare i rischi per la salute causati dalla massiccia presenza di cenere nell’aria. Almeno quattro città di Batanga hanno riferito di interruzioni di corrente.
Taal, uno dei vulcani più piccoli del mondo, è tra le due dozzine di vulcani attivi nelle Filippine e si trova lungo il cosiddetto Pacific Ring of Fire , una regione soggetta a terremoti ed eruzioni vulcaniche.