Ilaria Salis, la nuova favoletta della sinistra

Invece di scusarsi per gli italiani che hanno commesso odiosi crimini violenti sul suolo ungherese, la stampa di sinistra sembra voler serrare i ranghi attorno ad una donna accusata di far parte di un gruppo estremista, che l’anno scorso ha attaccato persone innocenti a Budapest.

Il caso risale a febbraio 2023, quando un gruppo di sette teppisti “Antifa” , per le strade della capitale ungherese, ha attaccato persone a casaccio, tra cui turisti stranieri, aggredendoli e causando loro gravi ferite. Tra i detenuti, l’insegnante italiana Ilaria Salis, accusata di far parte del gruppo violento e attualmente sotto processo. Le immagini dell’accusata condotta in tribunale ammanetteta ed incatenata hanno suscitato in Italia un’ondata d’indignazione che si è rapidamente ingigantita e che la sinistra ha subito cavalcato.

Secondo la stampa ungherese, il primo ministro Viktor Orbán ha discusso del caso con la sua omologa italiana, Giorgia Meloni, affermando che “Ilaria Salis ha potuto fare telefonate e non è stata isolata dal mondo. Tutti i suoi diritti sono stati e saranno garantiti”.

Una petizione online che chiede il rilascio di Ilaria Salis ha raccolto oltre 100.000 firme. Il padre dell’accusata, Roberto Salis, è uno degli organizzatori della campagna per l’estradizione di sua figlia in Italia. Roberto ha accusato le autorità ungheresi di ottenere una confessione da sua figlia attraverso la tortura, senza fornire prove a sostegno di queste gravissime affermazioni.

Anche l’agenzia di stampa italiana ANSA ha distorto gravemente il caso, quando ha affermato che “l’insegnante di scuola elementare e attivista antifascista di 39 anni è sotto processo in Ungheria per aver presuntamente attaccato due neonazisti ungheresi”. In realtà, l'”attivista antifascista” non è sotto processo per una semplice aggressione, ma con la gravissima accusa di tentato omicidio e, per giunta, d’appartenenza ad un’organizzazione criminale.

La linea difensiva punta a screditare la giustizia ungherese, affermando che “stiamo valutando la possibilità di presentare un ricorso immediato presso la Corte europea dei diritti dell’uomo, per la violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, visto che l’Ungheria è già stata condannata in altre occasioni”.

Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha riferito che, martedì sera, il procuratore generale ungherese ha visitato Ilaria in prigione per verificare il suo stato. Successivamente, il vicepremier italiano ha menzionato che mercoledì “i suoi genitori sono andati a trovarla”. Inoltre, secondo quanto riferito, il caso, oltre che a la Corte europea, sarà anche discusso nel Parlamento europeo di Strasburgo la prossima settimana.

I fatti descritti rappresentano un nuovo esempio di quanto gli Antifa, ed altri movimenti violenti di estrema sinistra, possano contare su di un abbondante sostegno internazionale. Di fatto, vale la pena notare che non solo la stampa di sinistra italiana, ma anche quella ungherese, hanno mostrato grande empatia per la sorte dell’accusata, denigrando nel contempo il servizio penitenziario ungherese.

È stato pubblicato e poi ripreso un articolo d’opinione dell’ex compagno italiano di cella di Salis, che accusa gli agenti penitenziari di comportamento scorretto e sostiene che la carcere era infestata da topi.

Il servizio penitenziario ha reagito con un comunicato, nel quale si afferma che si considera “triste e poco etico che alcuni media riportino la campagna diffamatoria di un ex detenuto senza consultare l’altra parte, quasi fosse un fatto accertato”. Nel comunicato si aggiunge che la legislazione ungherese ed i vari protocolli professionali stabiliscono rigide norme sulle condizioni di detenzione. Nelle istituzioni vengono effettuati costanti controlli igienici e i detenuti ricevono adeguate cure mediche. “La presenza di topi è una bugia”, conclude il comunicato.

Come accade sempre, la sinistra non assume mai la responsabilità dei suoi crimini e preferisce demonizzare le forze dell’ordine. Ricorrono alla vasta rete della stampa internazionale “schierata” per trasmettere una narrazione imprecisa dei fatti, che attenui la responsabilità dei suoi militanti. Per fortuna, la gente crede sempre meno alle loro favolette ed analizza attentamente i fatti concreti: il vento è decisamente cambiato.

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Candela Sol Silva
Candela Sol Silva
Studentessa di ingegneria, giornalista e intervistatore. È stata responsabile della campagna elettorale e addetta stampa del candidato alla Camera dei Deputati di Fratelli d'Italia in Sud America, Vito De Palma, alle ultime elezioni del settembre 2022.

3 Commenti

  1. Bisogna considerare questa vicenda divisa su 3 aspetti.

    1) La presunzione mista all’ignoranza su come funzionano le giustizie degli altri paesi.
    Sicuramente questa persona era convinta che pure in Ungheria le cose funzionano come in Italia.
    Siccome in Italia situazioni tipo Amanda Knox e Raffaele Sollecito che vengono assolti dopo aver massacrato a coltellate una loro amica, oppure il boss dei Casalesi che si vede restituite proprietà, ville e soldi, nonostante sia condannato per strage e traffico di droga, sono la norma e non un’eccezione, la Salis credeva che pure in Ungheria uno fa ciò che vuole e la magistratura ti da anche un premio.
    Magari pensava che come in Italia solo i poveracci che rubano per mangiare e qualche sfigato che vende bustine per strada alla fine si fanno tutta la galera, mentre lei, straniera, istruita e sponsorizzata dalle organizzazioni di sinistra si sarebbe fatta solo qualche ora di fermo in commissariato e poi tornava a casa con il foglio di via.
    C’è da ridere se lei è stata data in pasto alla polizia da i suoi compagni ungheresi….

    2) Dal punto di vista psicologico, cosa ci fa un’ insegnante di scuola italiana in Ungheria mentre le sue colleghe nello stesso tempo sono in Italia a lavorare a scuola?
    O è una che ha fatto dell’essere disoccupati con un titolo di studio uno stile di vita oppure ha delle rotelle che non funzionano, ciò che rende i personaggi come lei facili prede di strumentalizzatori di ideali sempre alla ricerca dei fessi che si immolano inutilmente.

    3) A prescindere da se la tua causa sia giusta o sbagliata, quando ti rendi autore di azioni dirette, o sei una persona coerente con le tue idee e sei tutta di un pezzo da accettare qualsiasi conseguenza con dignità e coraggio, pure di finire davanti a un plotone d’esecuzione e andarci a testa alta, oppure sei una persona da niente, una persona codarda, che prima fa le cose e poi dice che non è vero, che è stata presa per errore, che era passata di là per caso e infine chiedi pure clemenza a coloro che tu vuoi combattere?!?!?

    Vi faccio 2 esempi di persone tutte di un pezzo:
    Che Guevara che non ha battuto ciglio nemmeno di fronte al soldato che lo stava giustiziando.
    Il capo della famiglia che mi ospitò da ragazzo in Germania.
    Era un ex Oberscharführer delle SS durante la seconda guerra mondiale.
    Quando gli Americani lo catturarono e fu portato di fronte al comandante della 101 Airborne (quella del serial Band of Brothers) tirò una testata in faccia al comandante americano che aveva preso per il collo

    Viviamo in un mondo di cartone.

  2. Tutto comincia con un viaggio in Ungheria. Con quale intenzione? con intenzione negativa.
    Sono fascista se ti dico “te la sei voluta la prigione?” Prima di condannare gli altri fai un esame di coscienza. Combattere un estremismo con l’estremismo opposto è combattere l’incendio con l’alcool, ma se ti piace il fuoco attenta che scotta!

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