La Commissione per gli Affari giuridici del Parlamento europeo stamani ha votato contro la revoca dell’immunità ad Ilaria Salis. L’europarlamentare si è salvata per un solo voto, la richiesta di revoca è stata respinta con 13 voti contro 12. Lo scrutinio è avvenuto con voto segreto, a risultare decisivi sarebbero stati due eurodeputati del Partito Popolare Europeo. È però solo il primo tempo della partita sull’estradizione, ai primi di ottobre si voterà in plenaria per confermare il verdetto.
Salis e Pd esultano
Nel frattempo Ilaria Salis: “Oggi la Commissione Juri ha deciso di difendere la mia immunità e l’indipendenza del Parlamento, e di respingere la richiesta di revoca avanzata dal regime ungherese. È un segnale importante e positivo. Ho piena fiducia che il Parlamento confermerà questa scelta nella plenaria di ottobre, affermando la centralità dello stato di diritto e delle garanzie democratiche”. Alla notizia ha esultato il Pd: “Ilaria Salis è libera: non verrà riportata in carcere in Ungheria, non subirà l’ingiustizia del governo di Orban. Il Parlamento europeo difendendo oggi la sua immunità ha difeso lo Stato di Diritto in Europa, per tutte e tutti i cittadini”, ha commentato Brando Bonifei, veterano dem.
Tuonano FdI e Lega
Reazioni decisamente opposte di Fratelli d’Italia e Lega che hanno parlato di doppiopesismo e forzatura politica. “La decisione di respingere la revoca dell’immunità per Ilaria Salis rappresenta un grave e preoccupante strappo allo Stato di diritto. È inaccettabile che l’appartenenza politica diventi un criterio per decidere chi debba rispondere alla giustizia e chi no”, dichiara l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Nicola Procaccini, copresidente del gruppo dei Conservatori al Parlamento europeo. “Tutti i cittadini devono essere uguali davanti alla legge, indipendentemente dal loro ruolo istituzionale o dal loro orientamento ideologico. La richiesta della magistratura ungherese andava valutata esclusivamente sul piano giuridico, senza forzature politiche, mentre la sinistra ha scelto di trasformare un caso giudiziario in una battaglia ideologica. Il rispetto dello Stato di diritto non è una bandiera da sventolare a giorni alterni, ma un principio cardine della democrazia che va applicato sempre”, ha concluso Procaccini. “Con questo voto grave si dà il segnale che la violenza politica è legittimata e protetta, tanto che chi ne è accusato debba essere addirittura preservato da un legittimo processo. Pd e M5S si vergognino e il Ppe, che ha purtroppo avuto tra i propri membri i franchi tiratori che hanno affossato il testo del loro stesso relatore Vazquez Lazara, colga l’opportunità di rimediare nella votazione in plenaria a ottobre, riconnettendosi ai propri elettori che chiedono come noi una giustizia giusta e non l’impunità per gli estremisti, tanto cara alla sinistra”, ha tuonato Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo.
Ancora più dura la Lega che in una nota ha affermato: “Una eurovergogna targata sinistra e traditori del centrodestra, che usano la giustizia come un manganello. Oggi, altro colpo alla già scarsa credibilità della maggioranza del Parlamento europeo, ridotto a combriccola di gestione degli affari propri. I deputati del Ppe dovranno spiegare ai propri elettori il perché di un voto miseramente politico”. “Chi sbaglia non paga”, ha chiosato il vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini in un post con una foto di Salis con la scritta “Vergogna, Vergogna. Poltrona salva, dignità persa”.
Ad ottobre avremo il verdetto definitivo sulla vicenda Salis ma il voto di oggi ha tracciato la strada per la conferma dell’immunità che ricordiamolo, dovrebbe riguardare solo azioni compiute nell’ambito delle funzioni da europarlamentare, non per sfuggire ad un processo per fatti avvenuti prima di essere eletta.