“Bene ha fatto il sottosegretario Mazzi a spiegare oggi in commissione Cultura del Senato le politiche messe in campo dal governo sulla gestione delle immagini dei beni culturali utilizzate a scopo di lucro, troppe volte riprodotte in modo volgare andando a sfregiare il nostro patrimonio artistico. Difendere la dignità e il decoro del bene culturale è per noi una battaglia che va assolutamente combattuta. I beni culturali sono espressione dell’identità di una comunità ed è per questo che vanno difesi. Lo dice, tra l’altro, una recente sentenza del tribunale di Firenze, in riferimento alla causa promossa dalla Galleria dell’Accademia di Firenze per l’illecita riproduzione del David di Michelangelo. Il giudice conferma l’esistenza in via generale dell’ordinamento di un diritto all’immagine dei beni culturali che è garantita attraverso il divieto di riprodurre il bene culturale in assenza di autorizzazione. È stato utile ribadire che le attività di studio e ricerca rimarranno gratuite. Solo nel caso ci siano spese sostenute dall’amministrazione occorrerà pagare e soltanto di fronte ad attività a scopo di lucro. L’Italia, peraltro, si muove in conformità a quanto accade nel resto del mondo. Bastino gli esempi del British Museum dove l’importo varia dalle 45 alle 60 sterline per un file digitale in alta risoluzione. O della Tate Gallery dove il costo di stampa digitale di un’immagine per uso editoriale può montare a 229 sterline. Anche nei Musei Vaticani si pagano fino a 126 euro per una stampa digitale a colori su carta fotografica”.
Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Paolo Marcheschi, capogruppo in commissione Cultura di Palazzo Madama.