In Calabria il Centrodestra abbatte il Campo largo. Roberto Occhiuto si riconferma Presidente

Dopo la riconferma di Acquaroli nelle Marche, il CentroDestra trionfa anche in Calabria. Occhiuto sfiora il 60%, Tridico si ferma al 40%. Il centrosinistra incassa l’ennesima sconfitta, mentre la Calabria premia il buon governo, la concretezza e l’orgoglio identitario

Dopo le Marche, anche la Calabria consegna una vittoria schiacciante al centrodestra. Roberto Occhiuto si riconferma presidente con un distacco netto, sfiorando il 60% dei consensi, mentre il candidato del “campo largo”, Pasquale Tridico, si ferma intorno al 40%. Un abisso di 20 punti percentuali che fotografa perfettamente lo stato delle cose: la destra governa, la sinistra discute.

L’affluenza reale supera il 50%

L’affluenza ufficiale si è attestata al 43,1%, in lieve calo rispetto alle scorse elezioni (44,3%). Ma il dato va letto con attenzione: circa 400 mila calabresi vivono all’estero e sono ancora iscritti alle liste elettorali. Escludendoli, la partecipazione “reale” sale a circa il 54%. Un segnale importante in una regione spesso dipinta come disillusa, ma che stavolta ha voluto esserci, scegliendo la continuità.

La vittoria del buon governo

I calabresi hanno premiato il buon governo, la serietà e il realismo di Occhiuto. In questi anni, il presidente uscente ha saputo restituire credibilità a una regione complessa, puntando sulla sanità, sulle infrastrutture, sul turismo e sull’efficienza amministrativa. La sua campagna elettorale, incentrata sull’orgoglio calabrese e sui risultati raggiunti, ha convinto.

Lo slogan scelto – “In 4 anni più che in 40” – non è rimasto solo uno slogan. È diventato una sintesi efficace di una gestione concreta e pragmatica, in linea con la filosofia del governo Meloni. Non promesse astratte, ma risultati tangibili. Come dimostra anche la recente promozione di Fitch Ratings, che a settembre 2025 ha alzato il rating dell’Italia a BBB+ con outlook stabile, segno di una fiducia crescente nella solidità economica del Paese.

Tridico e il fallimento del “Reddito di Dignità”

A essere bocciato non è solo il “campo largo”, ma anche il suo candidato, Pasquale Tridico. L’ex presidente dell’INPS, considerato l’architetto del Reddito di Cittadinanza, aveva costruito la sua campagna sullo stesso modello assistenzialista che aveva già fallito. Promesse fiabesche, come il cosiddetto “Reddito di Dignità”, non hanno convinto i calabresi.

Tridico non era un candidato qualsiasi: alle Europee 2024 era stato il candidato più votato del M5S nella circoscrizione Sud. Ma la popolarità non basta a costruire consenso reale. In Calabria, la gente conosce i problemi veri: sanità, lavoro, infrastrutture, sicurezza. E ha capito che non si risolvono con i bonus.

La Sinistra NON impara dai suoi errori

PD e 5 Stelle, uniti ancora una volta in un matrimonio di interesse, hanno collezionato l’undicesima sconfitta alle elezioni regionali, in cui corrono insieme. 

Analizzando la campagna del cosiddetto “campo largo” da un’altra prospettiva, emerge chiaramente come la sinistra non abbia ancora imparato la lezione. C’è un vecchio detto che recita: “Sbagliando s’impara” — ma, evidentemente, qualcuno a sinistra ha deciso di farne a meno.

Così come era accaduto nelle Marche, anche in Calabria hanno provato a politicizzare la questione palestinese, trasformando un dramma umanitario in uno strumento di propaganda elettorale. Un tentativo goffo e cinico, che ha finito per allontanare ulteriormente gli elettori.

Fare gli sciacalli sulle tragedie, provando a strumentalizzare il dolore e a cavalcare le proteste per guadagnare consenso, non porta vantaggi. Al contrario, mostra una sinistra sempre più distante dai problemi reali delle persone e ossessionata dall’ideologia e dai simboli.

FDI primo partito, FI grande risultato 

Fratelli d’Italia si conferma primo partito, consolidando la sua leadership nel panorama partitico italiano e rafforzando il radicamento territoriale. Ottimo anche il risultato di Forza Italia, trainata dall’effetto-Occhiuto: la lista civica del presidente ha intercettato i voti dei moderati, confermando la solidità del blocco centrista della coalizione.

Le sfide future

All’orizzonte restano quattro sfide decisive: Toscana, Veneto, Puglia e Campania.

In Veneto, forte dell’eredità e del buon governo di Luca Zaia, la riconferma della coalizione appare quasi scontata, anche se non sarà lui il candidato in prima linea. In Toscana, la partita sembra più complessa ma non impossibile: Eugenio Giani parte da una posizione di vantaggio, ma il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi (Fratelli d’Italia) potrebbe sorprendere con un risultato di peso, segno di un centrodestra sempre più competitivo anche in una delle storiche “fortezze rosse”.

Il vero banco di prova, però, sarà il Sud. E qui emerge un dato che vale più di mille analisi: in Calabria ha perso il candidato del Reddito di Cittadinanza, proprio in una delle regioni dove quella misura aveva attecchito più che altrove. È un segnale chiaro di maturità politica, la prova di un popolo che non si lascia più incantare dalle promesse assistenzialiste, ma che chiede lavoro e dignità. Anche nel Sud, l’idea che “lo Stato ti deve mantenere” non funziona più.

La domanda sembra scontata: il CentroDestra riuscirà a espugnare la Campania e la Puglia? Le premesse ci sono tutte – o quasi, dato il ritardo nella presentazione dei candidati Presidenti a guida della coalizione. Ma, come sempre, sarà il voto popolare a scrivere l’ultima parola.

Gli italiani premiano chi lavora, non chi predica

Roberto Occhiuto vince perché è riuscito a raccontare la Calabria non come una terra da compatire, ma come una terra da valorizzare.

La sua riconferma è un messaggio chiaro: i cittadini premiano chi lavora, non chi predica.

Il centrodestra unito mostra ancora una volta di essere l’unica forza capace di governare con stabilità, concretezza e visione. La sinistra, invece, continua a rincorrere le proprie bandiere ideologiche e le poltrone, dimenticando la realtà. Ma la realtà, in Calabria come nel resto d’Italia, parla chiaro: vince il merito, vince il realismo, vince la Destra!

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Michele Intartaglia
Michele Intartaglia
Michele Intartaglia, classe 2004, originario di Procida. Studente di Scienze Politiche alla LUISS Guido Carli.

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