In Francia è caccia all’uomo dopo l’assalto al blindato che trasportava un detenuto

Ieri, cinque uomini appartenenti alle forze dell’ordine hanno subito un attacco da parte di un commando attrezzato mentre trasportavano un detenuto, noto ai media come Mohammed Amra – nome in codice “La Mouche” (La Mosca)- . Sarebbero quattro gli uomini armati che hanno condotto l’operazione, uccidendo due agenti presenti sul posto e ferendone altri tre; il prigioniero era stato indagato per traffico di droga, tentato omicidio, sequestro ed altri ancora.

Stando alle notizie, uno dei malviventi sarebbe stato ferito durante la sparatoria: Emmanuel Macron, Presidente della Repubblica Francese, ieri ha dichiarato che le forze di sicurezza avrebbero fatto di tutto per stanare i responsabili, aggiungendo che la reazione del governo sarà “Inflessibile”.

Visti e considerati i numerosi crimini, la violenza ed il terrorismo che pululano semi-indisturbati all’interno del territorio francese, tutto si può dire meno che la Pubblica sicurezza sia ben rinforzata: ma il problema non risiede soltanto in una presunta impreparazione, quanto nella convinzione di Macron nei presunti interventi militari in Ucraina, mentre all’interno del proprio paese il Governo non riesce nemmeno a debellare le minacce causata dalla delinquenza in generale.

A motivo di quest’ultima affermazione, ci sono le proteste delle guardie carcerarie avvenute proprio oggi davanti agli istituti, come richiesta di risorse ulteriori per fronteggiare la malavita: gli agenti rimasti coinvolti, sarebbero stati muniti di semplici pistole “Sig Sauer”, mentre il plotone criminale aveva con sé delle vere e proprie armi da guerra.

Sembra la scena di un film, ma è la nuda e cruda verità: la Francia si sta trasformando sempre più in un paese quasi del tutto invivibile, complici anche le migrazioni incontrollate, giustificate con parole di “Tolleranza” pressoché vacue. Pensare che governi di questo genere, dopo l’elezione del Premier Meloni avrebbero voluto “Vegliare sull’Italia”, neanche fossero i Pizzardoni nominati da qualche sommo apparato continentale sconosciuto. Piuttosto, il Governo francese dovrebbe rivolgere il proprio sguardo verso i problemi di pubblica sicurezza interna, visto che l’intera superficie sembra similare più a “Gotham City” anziché ad “Un’isola felice” all’insegna dell’integrazione.

Sul caso, sarebbero stati mobilitati 450 agenti francesi tra polizia e gendarmeria, nel tentativo di trovare il delinquente che del saccheggio e della narco-criminalità ne ha fatto il proprio cavallo di battaglia, tant’è vero che il suo curriculum delinquenziale parla molto chiaro: l’ultima volta è stato condannato anche per furto con scasso.

Ad ogni modo, più che Lupin il condannato sembra una specie di Pablo Escobar, anche considerando la mole di agenti mobilitati al fine di riacciuffarlo: visti poi i precedenti penali di cui l’imputato sarebbe malsano portatore, è mai possibile che gli apparati di giustizia francesi non abbiano disposto una misura cautelare più robusta per evitare che tragici eventi come l’ultimo potessero verificarsi? A quanto pare, è del tutto possibile.

L’avvocato dell’evaso, Hugues Vigier, ha ultimamente dichiarato:” È del tutto incomprensibile, non riesco a immaginare che questo ragazzo possa essere coinvolto” e ancora “non corrisponde al profilo che avevo percepito di lui, se è coinvolto è perché mi sbagliavo veramente su cosa aveva in testa e su quello di cui era capace”. Invece sembra che il prigioniero corrispondesse eccome alla descrizione di un pericoloso delinquente, forse anche l’avvocato dovrebbe evitare di “cadere dal pero” ed accettare di aver difeso una persona estremamente pericolosa ( come d’altronde hanno fatto tanti altri avvocati nel mondo).

Ora per le Forze dell’Ordine francesi non resta altro che riuscire nell’operazione di recupero ed arresto del detenuto, Mohammed Amra, almeno per rendere giustizia ai colleghi uccisi e feriti durante il proprio servizio. Il caso in questione è una cronaca paradossale di una Francia che si trova in piena difficoltà rispetto alla sicurezza nazionale, di cui un paese civile dovrebbe poter usufruire normalmente.

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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