“Contro la folla. Il tempo degli uomini sovrani” è l’ultimo lavoro del giornalista Emanuele Ricucci, edito per i tipi di Passaggio al Bosco.
Il testo – promosso, tra gli altri, da Vittorio Sgarbi, di cui sua è l’introduzione critica – è un’analisi sul sovranismo e sul concetto di uomo-folla, inteso come individuo liquido, preda degli stravolgimenti sistemici che hanno finito per divorarne dignità ed aspirazioni.
Lontano dall’uomo-massa di ottocentesca memoria, nella quale ancora – sostiene l’autore – era conservato un bagliore di coscienza popolare, quello odierno si trova dinanzi ad una rivalutazione di se stesso, del mondo che lo circonda e dello spazio che necessariamente dovrà occupare, continuamente in bilico tra la macchina devastatrice del progresso e la vacuità di solidi punti di riferimento.
In questa palude degli stenti, si fa largo il fronte sovranista, che si pone come alternativa “vitale e vitalistica al peggior nichilismo urbano”. Il testo ribadisce la necessità di agire anzitutto sui singoli, conducendoli ad una rivoluzione antropologica, che tenga di conto del contenuto, dell’integrità umana e di un ampio sforzo culturale.
Una lettura necessaria per dare corpo e forma ad una reale alternativa politica, capace di cavalcare l’orizzonte che si schiuderà al termine della pandemia, nella nuova riconfigurazione degli equilibri e delle tendenze sociali.
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