In Senato Meloni rivendica i risultati economici e risponde alle critiche sull’Ucraina

È stata bagarre in Senato ieri sera durante l’intervento di Giorgia Meloni in vista del prossimo Consiglio europeo. Una concitazione suscitata soprattutto dalla risposta del Presidente del Consiglio alle critiche delle opposizioni. Meloni, come aveva fatto la mattina, intervistata su Rai3, si è detta orgogliosa dei risultati ottenuti in campo macroeconomico, riconosciuti anche all’estero da autorevoli riviste di finanza, da agenzie di rating e dalle stime delle varie agenzie comunitarie e internazionali. Ma questa volta, incalzata dalle parole dei suoi detrattori, non si è limitata a un semplice elenco, spedendo al mittente le accuse. “L’Italia è il paese che cresce di più nel G7. La lotta all’evasione ha fatto numeri record, il reddito delle famiglie è aumentato, lo spread dei minimi da due anni è un istituto come l’Istat ha detto che la povertà è in calo. E questo è strano perché mi avevano detto che la libertà era stata abolita. Evidentemente non era così…”.

Una vera e propria lezione per chi ha per anni mascherato i propri errori dietro facili slogan. La creazione del Reddito di Cittadinanza, piuttosto che salvare gli italiani dalla povertà, ha legato i suoi percettori a uno stato di indigenza dal quale non era più possibile slegarsi se non con il lavoro. E infatti, una volta prevista la giusta protezione per chi non è abile al lavoro, l’eliminazione del Reddito ha dato i suoi frutti: oltre a essersi lo Stato liberato di un peso non indifferente (in 4 anni, 35 miliardi di euro), è seguita una smobilitazione del mercato del lavoro (nel 2023 è stato record occupazionale) accompagnata dai dati Istat, che hanno sancito il calo della povertà. E la morale è presto detta: la povertà non può essere abolita per decreto, ma solo attraverso il lavoro.

Le risposte di Meloni ai grillini non sono finite qui. Perché, se da un lato il governo sta ottenendo ottimi risultati in fatto di gestione dei fondi del PNRR, dall’altro, dinnanzi all’evidenza dei numeri, il Movimento Cinque Stelle cerca di ritagliarsi una fetta di merito. “Siamo il primo paese europeo per impiego dei fondi del pnrr” ha rivendicato Meloni, che ha continuato: “E qui vorrei sfatare la storiella che noi abbiamo avuto più fondi grazie alle capacità dell’allora premier. Evidentemente nessuno ha letto la norma del next generation ue, che dice che la distribuzione dei fondi non viene fatta in base alla capacità di un premier, ma da quanto siano drammatici i parametri di un paese”.

In altre parole, se abbiamo molti fondi a disposizione è, sì, grazie ai grillini, ma a causa del loro malgoverno. “La ragione per la quale – ha infatti spiegato Meloni – abbiamo avuto l’ammontare più importante sta nel fatto che la loro governo aveva messo l’economia italiana in estrema difficoltà”.
Ancora altri i temi trattati. Dall’unità del centrodestra su cui Meloni ha rassicurato il Senato (“questo governo in un anno e mezzo – ha detto – ha sempre potuto rappresentante la stessa posizione, come ci viene riconosciuto a livello internazionale”) alla guerra in Ucraina, su cui invece tentennamenti nel corso dei mesi sono arrivati da sinistra. Meloni nel corso dell’intervento ha espresso contrarietà alle parole di Macron sull’ingresso della NATO sul campo di battaglia, ribadendo l’importanza di evitare una pericolosa escalation, e al contempo ha ricordato come sia impossibile in questo momento cercare un dialogo con Putin. Inviare armi in Ucraina è priorità, importantissimo passo per il mantenimento della pace in Europa (“Se avessimo fatto quello che proponevate già qualche mese fa, l’Ucraina si sarebbe arresa”). E proprio sulla guerra in Ucraina, Meloni è andata all’attacco delle opposizioni, criticando le loro indecisioni sul tema. Al PD accusa di aver tentennato sull’invio di armi (“parlate di divisioni e poi vi siete astenuti sul rinvio di armi”), mentre a Conte rimprovera la negligenza e la pretestuosità delle critiche (“l’unica presa di posizione riguarda il fatto che celesti dovrebbe mettersi in abiti civili…forse Conte governava con la pochette!). Ora in corso il secondo passaggio alla Camera, dove non si escludono altri botta e risposta.

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