Incubo recessione e caro energia: FdI a sostegno di famiglie e imprese.

Le previsioni economiche per i prossimi mesi non sono incoraggianti. L’ufficio studi della Confcommercio giovedì scorso ha evocato lo spettro della “recessione”. Il fatto di aver accostato a questo termine l’aggettivo “mite” non è servito a rasserenare gli animi. I numeri contenuti nell’analisi parlano di un -0,8% del Pil nel terzo trimestre del 2022 rispetto al trimestre precedente. L’anno si chiuderebbe quindi con un Pil del +3%. Si tratta di cali di modesta entità, specificano da Confcommercio. Ma il trend negativo potrebbe continuare anche nel 2023.

Una previsione confermata dall’aggiornamento del Global Economic Outlook dell’agenzia di rating Fitch, che per l’Italia prevede un calo dello 0,7 per il prossimo anno a cui però potrebbe seguire una nuova crescita del 2,6 per cento. Il premier Mario Draghi, nella conferenza stampa di presentazione del decreto Aiuti Ter, si è mostrato ottimista ed ha preferito parlare di “rallentamento della crescita” piuttosto che di “recessione”.

A creare problemi è il caro energia innescato dalle tensioni internazionali, che a sua volta spinge in alto l’inflazione che, sempre secondo Confcommercio, a breve potrebbe raggiungere un picco massimo del 9,2%. A rischiare di più sono le industrie, soprattutto quelle energivore, ma anche le attività commerciali. La stessa organizzazione stima che entro i primi sei mesi del nuovo anno potrebbero chiudere i battenti 120mila negozi.

Aumenta anche il debito pubblico che a luglio, stando ai dati Bankitalia, è cresciuto di 2,6 miliardi rispetto al mese precedente. Quella dei rincari spropositati sulle bollette energetiche è la prima emergenza che Fratelli d’Italia affronterà dopo le elezioni del 25 settembre. La proposta è di introdurre un tetto europeo al prezzo del gas. Da mesi l’attuale premier Mario Draghi insiste su questo punto a Bruxelles, ma la trattativa si è arenata per colpa dei veti incrociati che persistono da parte di alcuni Stati, tra cui l’Olanda che ospita il Title Tranfer Facility (Tft) e cioè la principale piazza europea in cui viene contrattato il prezzo del gas.

Più volte Giorgia Meloni si è espressa contro la speculazione che spinge in alto i prezzi, proponendo come misura aggiuntiva il disaccoppiamento immediato del costo dell’energia elettrica da quello del gas, anche a livello nazionale. “La priorità è un tetto al prezzo del gas perché quello che sta facendo salire il prezzo è la speculazione. Possiamo trovare sempre più soldi ma li stiamo regalando gli speculatori”, ha spiegato la leader di FdI in una recente intervista all’agenzia Vista. “Fratelli d’Italia ha fatto approvare in Parlamento il disaccoppiamento tra prezzo del gas e delle altre forme di energia che dovrebbe essere fatto a livello europeo, ma che deve essere fatto intanto a livello nazionale con una copertura di 3-4 miliardi da qui a marzo senza scostamento di bilancio”. “Siamo disponibili a farlo fare a questo governo – ha concluso – altrimenti sarebbe la priorità se andremo a governare”.

Tra le priorità c’è anche il sostegno alle famiglie in difficoltà per l’aumento delle bollette, mentre le proposte a medio-lungo termine per risolvere la crisi energetica riguardano una politica di diversificazione delle fonti di approvvigionamento dall’estero, l’aumento della produzione nazionale con lo sfruttamento delle risorse presenti sul territorio italiano, compresi i giacimenti di gas, e lo sviluppo delle rinnovabili.

Fratelli d’Italia, inoltre, vuole restituire al Paese una vera strategia industriale sostenendo le imprese che creano ricchezza e posti di lavoro. Prima la pandemia e poi la guerra in Ucraina hanno fatto emergere in maniera lampante i limiti dell’attuale sistema produttivo e i rischi della eccessiva dipendenza da Paesi terzi. La sfida per il futuro, quindi, è quella di tornare padroni del nostro destino, mirando all’autosufficienza, almeno nei settori chiave, e mettendo in sicurezza le catene di approvvigionamento: le filiere non devono essere troppo estese e gli accordi devono essere stretti soltanto con Stati affidabili.

Il prossimo governo dovrà incentivare la rilocalizzazione delle attività produttive in Italia, contrastando le delocalizzazioni all’estero, il trasferimento delle sedi aziendali nei paradisi fiscali europei e la concorrenza sleale. Lo Stato deve favorire la crescita delle imprese e non ostacolarla con l’eccesso di tasse e burocrazia. Fratelli d’Italia chiede una semplificazione delle norme, l’agevolazione dell’accesso al credito per le Pmi e il miglioramento del sistema di governance della gestione delle crisi aziendali. L’Italia ha un potenziale enorme che va liberato attraverso un sistema di regole che premi il Paese del fare.


Il programma di Fratelli d’Italia


 

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