Inps, l’Assegno di Inclusione funziona: le vere politiche attive del Governo Meloni superano l’assistenzialismo grillino

Le misure assistenziali varate dal Governo Meloni stanno riscuotendo un importante successo, permettendo al contempo all’Italia di superare il periodo dello sterile assistenzialismo grillino. Il progetto di Giorgia Meloni è stato chiaro fin da subito: eliminare il sussidio a chi era abilitato al lavoro, a chi lo riceveva perché disoccupato ma indolente nel cercarsi un’occupazione. Un privilegio concesso a migliaia di persone (senza contare i furbetti che lo percepivano senza averne diritto). Quella di Giorgia Meloni fu una svolta quasi rivoluzionaria, malgrado dire “chi può, deve lavorare” non dovrebbe essere una notizia tanto sconvolgente. E invece lo era, in quel clima di negligenza totale imposto dai grillini e dal loro Reddito di Cittadinanza.

Adi, 700mila richieste accolte

Ora, a distanza di mesi dalla sua abolizione, le misure sostitutive introdotte da Giorgia Meloni stanno funzionando bene: secondo i report pubblicati dall’Osservatorio statistico dell’Inps creato per sorvegliare l’andamento delle due misure, risulta che al 30 giugno 2024 sono state accolte ben 700mila richieste in merito alla ricezione dell’Assegno di Inclusione, la misura principale che sostituisce il Reddito di Cittadinanza, destinata (a differenza del sussidio a cinque stelle) a chi realmente non può lavorare, a chi rientra nelle cosiddette categorie fragili. Tra queste, anche i genitori di figli minorenni. Due precisazioni che servono a smontare le narrative della sinistra: quella riguardo al governo contro i poveri, all’esecutivo di centrodestra che, con l’abolizione del Reddito di Cittadinanza, avrebbe desiderato lasciare indietro le persone meno abbienti (tesi ovviamente confutata dalla creazione dell’Adi); quella sul possibile danno provocato a chi realmente percepiva a ragione il sussidio, ma la creazione delle categorie fragili ha eliminato ogni dubbio. Entrando nel dettaglio, a maggio 2024 circa 625mila sono stati i nuclei familiari che hanno usufruito dell’Assegno di Inclusione, con un importo medio di 618 euro mensili. Tra questi nuclei, l’Osservatorio ha saputo indicare le loro caratteristiche: in 260mila famiglie sono presenti minori, in 239mila ci sono disabili, mentre in 297mila sono presenti degli anziani. In 6mila nuclei, infine, ci sono persone in condizioni di “svantaggio”.

Anche il Supporto per la Formazione funziona

Per quanto riguarda, invece, la seconda misura, si tratta del Supporto per la Formazione e il Lavoro, nato proprio dall’esigenza di voler rispondere con forza a quel lassismo a cui il Reddito di Cittadinanza aveva condannato la nostra Nazione. Con bonifici statali piovuti dall’alto, il mondo del lavoro aveva conosciuto un significativo rallentamento, aggravato se non altro dalla crisi pandemica. Inutile ormai sottolineare che, con l’abolizione del sussidio grillino, l’occupazione corre a gonfie vele, ai massimi di sempre, in crescendo da un anno e mezzo, e in direzione opposta ma altrettanto velocemente di muove la disoccupazione, ai minimi da quindici anni circa. Se questa crescente mobilizzazione al lavoro è avvenuta, oltre che alle politiche di riduzione della tassazione seguendo il principio “più assumi, meno paghi”, è anche grazie a misure come il Sfl, che a giugno 2024 ha raggiunto quota 96mila richieste. Il Supporto permette infatti di reinserire nel mondo del lavoro, con nuove competenze, inattivi ed ex percettori del Reddito di Cittadinanza. Un modo per evitare che queste persone vengano abbandonate a loro stesse, una politica attiva che aiuta le persone a reinserirsi e il mercato a sbloccarsi. L’aumento delle richieste si è avuto in questi primi mesi del 2024, passando da 30mila di dicembre 2023 al 96mila del corrente mese. Il 57% di queste richieste provengono da donne, mentre il 50% provengono da persone di età compresa tra i 50 e i 59 anni. Due misure che, come dimostrano i dati, funzionano e ravvivano un mercato del lavoro mai come adesso dinamico. Tutto frutto delle nuove politiche del Governo Meloni, che dicono addio al modello assistenzialista del Movimento Cinque Stelle.

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