“Premesso che, quando si parla di giustizia, bisogna avere l’onestà intellettuale di riconoscere che il diritto attraversa una sfera molto più complessa rispetto ai Codici giuridici, a me hanno insegnato che le sentenze non si commentano, sebbene alcune si commentino da sole, ma piuttosto si appellano e, non avendo ancora a disposizione le motivazioni rispetto al pronunciamento in danno del Sottosegretario Delmastro, mi viene da pensare che le iene restano iene e i leoni restano leoni, per rispondere ad alcune osservazioni delle opposizioni.
Detto ciò, in merito alla proposta di legge sulla durata delle intercettazioni, mi preoccuperebbe pensare che un cittadino italiano possa essere sottoposto alle stesse, vita natural durante o “a piacere”, se non ci fosse un limite alla loro durata, come sembrano suggerire i colleghi del Pd e del Movimento 5 Stelle, perché proprio il limite è strumento di certezza del diritto. Credo piuttosto che, con questa previsione normativa, abbiamo finalmente dato giusta ragione all’importanza delle intercettazioni, non relegandole ad una mera ed alchemica attività di esplorazione della vita privata di quel cittadino, nel cui nome è amministrata la giustizia italiana. Le intercettazioni sono mezzo di ricerca della prova e non strumento di ricerca del reato”, lo fa sapere in una nota il deputato di Fratelli d’Italia Giandonato La Salandra, componente della Commissione Giustizia alla Camera, intervenuto stamane in discussione generale.